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IL caso Lorusso è ancora aperto, non smettete di fare segnalazioni, non pensate che si possa scrivere la parola fine sull’omicidio dell’ingegnere potentino. E’ questo, in estrema sintesi, quanto ha pubblicamente dichiarato la polizia tedesca ai locali organi di stampa.
«Non abbiamo sospetti, abbiamo una nuova pista, e la nostra commissione speciale ha ancora bisogno di informazioni da parte dei cittadini che ci possano portare un passo più vicini a risolvere il caso», ha detto un portavoce. Di più: «L’uomo attualmente in carcere non è un sospetto, ma solo una delle circa 3.000 persone a cui la polizia in queste ore sta chiedendo un campione di saliva». Se resta in carcere è solo perchè è senza fissa dimora.
Si smentisce così quanto dichiarato nei giorni scorsi. Sembrava che si fosse vicini a una svolta. Sembrava fosse stato finalmente individuato il vile assassino di Domenico Lorusso. E sembrava che solo la prova del Dna servisse per incastrarlo. Restano dei sospetti, una persona – le sue generalità non sono state rese note – è ancora in galera, ma mancherebbe ancora la «prova incontrovertibile». Anche perché quell’unico sospettato al momento – un 33enne che aveva cercato di strangolare due weekend fa un uomo di 35 anni, presso il Palazzo di Nymphenburg Canal – si è rifiutato al momento di sottoporsi al test del Dna volontariamente.
La polizia ha chiesto un intervento del Tribunale, ma l’arrestato (senza fissa dimora e, solo per questo ancora trattenuto in carcere), sembra abbia presentato appello: il risultato potrebbe quindi slittare di settimane.E così, in un continuo altalenarsi di notizie, sembra difficile al momento poter scrivere la parola fine su questo caso. Eppure a Monaco di Baviera l’omicidio del giovane potentino è stato davvero preso a cuore: 31 sarebbero i funzionari che lavorano a questo caso, più di 400 le segnalazioni arrivate da comuni cittadini. Ma a quanto sembra tutti gli sforzi finora si sono rivelati inutili.
E questo nonostante la “taglia” sull’assassino: 10.000 euro a chi fornisce informazioni utili alla cattura.Tra i tanti testimoni, particolarmente interessante era sembrata essere la testimonianza di un tassista.
L’uomo, poi scomparso nel nulla, ha raccontato di aver accompagnato con il suo taxi un ragazzo di circa 30 anni che cercava di nascondere evidenti ferite. Ciò sarebbe accaduto nelle prime ore del mattino successivo all’omicidio di Domenico, quindi il 29 maggio. Il tassista aveva notato questo ragazzo proprio perché cercava di coprire lesioni o segni di colluttazione.
E, in effetti, sul luogo dell’omicidio di Domenico Lorusso sarebbero state trovate anche tracce di sangue che non erano della vittima, quindi presumibilmente erano dell’assassino. Ma dileguatosi il tassista, si è persa un’utile testimonianza.
Resta quel campione di saliva, che si spera possa prima o poi portare a una soluzione della vicenda. Il quotidiano di Monaco di Baviera Die Süddeutsche Zeitung scrive che la polizia sta chiedendo campioni di saliva – su base volontaria – a tutte le persone che nella zona dove l’omicidio è avvenuto lavorano o vivono.
«È il più grande test del Dna della storia criminale di Monaco», scrivono. Sarebbero già stati raccolti su base volontaria circa 350 campioni di saliva per il confronto con quello sequestrato. Qualche campione sarebbe stato raccolto anche tra uomini che sono in trattamento psichiatrico. Resta quella descrizione: un uomo di circa 30 anni, alto 1,75, capelli neri o biondi. Vestito con abiti scuri, una giacca che arrivava all’altezza della coscia e una borsa scura.
Troppo poco per sciogliere tutti i dubbi.
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