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Franco Battiato a Cosenza con il sindaco Salvatore Perugini nel 2011

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BASTO’ la sua presenza per far trasformare la Calabria, e Cosenza in particolare, in un centro di gravità permanente. E successe due volte. La prima nel 2000. Il sindaco di Cosenza, Giacomo Mancini, si inventò letteralmente il Capodanno in piazza e per il concertone col palco montato proprio davanti al Comune volle proprio lui, volle fortemente proprio Franco Battiato, il cantautore siciliano morto oggi a 76 anni (LEGGI).

FOTO – FRANCO BATTIATO IN CALABRIA

Erano anni in cui il capodanno per le strade era roba per le grandi metropoli, in Italia e al Sud la piazza era una novità assoluta prima di diventare, negli anni a seguire, una sorta di appuntamento fisso. E come ci rimasero male quelli che prefigurarono un fiasco, perchè la gente non era abituata, perchè è meglio il veglione nei locali o perchè Battiato non era proprio il tipo di cantante giusto per quel tipo di manifestazione.

Il successo fu clamoroso e fu così regalato alla città e alla Calabria un ingresso nel Duemila indimenticabile (sul Capodanno del Duemila in piazza a Cosenza leggi anche l’articolo di Paride Leporace), argomento ancora “caldo” quando tre anni più tardi Battiato tornò a Cosenza per presentare la sua prima opera cinematografica dal titolo “Perduto amor” al cinema Citrigno.

La seconda volta avvenne esattamente dieci anni più tardi: a luglio del 2010 il sindaco di Cosenza Salvatore Perugini annunciò di aver commissionato a Franco Battiato un’opera sul cosentino più famoso, il filosofo Bernardino Telesio per celebrarne i 500 anni della nascita. Costo dell’operazione: 700mila euro, roba buona per dar fiato alle trombe dell’opposizione.

“Sarà qualcosa di innovativo, di rivoluzionario”, aveva detto il Maestro nel suo giro per la città tra una varchiglia del Caffè Renzelli e uno sguardo al Chiostro di San Domenico. E allora ecco un solo attore, Giulio Brogi, testi di Manlio Sgalambro, l’orchestra Filarmonica mediterranea diretta dal maestro Boccadoro e un’opera lirica con cantanti ologrammi in 3D con la partecipazione di Antonello Antonante.

Le prove iniziarono a marzo in quello stesso teatro dove, nel 1994, Battiato mise in scena un’altra opera lirica “Il cavaliere dell’intelletto” dedicata all’ottavo centenario della nascita dell’imperatore Federico II. L’opera su Telesio, invece, andò in scena il 6, il 7 e l’8 maggio. L’attesa fu enorme, il risultato forse non all’altezza, soprattutto perchè molti cosentini e calabresi dovettero perdersi il frutto di tanto lavoro. Il Rendano si riempì con pubblico che arrivò da tutte le parti d’Italia (in platea venne avvistato anche l’attore americano Willem Defoe) ma il problema più grande fu che l’opera nacque e morì in quei tre giorni di maggio. Nessun altra replica. Ne venne fatto un dvd le cui copie vennero divorate in un attimo dai fan di Battiato, e che fu materiale di polemica pubblica ripresa da Battiato stesso durante un suo successivo concerto a Cosenza quando dal palco si scagliò contro la giornalista del Quotidiano che aveva scritto che sui diritti del dvd il Comune di Cosenza non avrebbe percepito un centesimo.

In quei mesi cosentini, però, Battiato si concesse anche al di fuori del suo lavoro. Inaugurò la Casa della Musica, la struttura del Conservatorio, per esempio. E incontrò in un’affollatissima aula magna anche gli studenti dell’Unical che appena arrivato gli tributarono una standing ovation di cinque minuti. “Solo voi potete ribaltare questa frittata che stiamo vivendo, e serve uno sforzo immane” disse agli studenti. Difficile, ovviamente, dargli torto.

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