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CHIAREZZA. la parola d’ordine sul caso Trisaia e sul trasporto di rifiuti è questa. In un battito d’ali la vicenda è finita in Parlamento, ed è stato proprio Folino a leggere la preoccupazione condivisa anche da Speranza e Antezza nell’interrogazione rivolta al ministro dell’Interno Angelino Alfano. I tre chiedono di sapere “se corrisponda al vero che sia stato effettuato il trasporto di materiale radioattivo proveniente da Rotondella, quale sia la reale natura di tale materiale e quale la finalità del trasferimento all’aeroporto di Gioia del Colle”. E ancora “qualora l’operazione abbia effettivamente avuto luogo, quali organi l’abbiano gestita e se siano state rispettate le norme di sicurezza pubblica, ambientale e di difesa civile; se l’operazione in parola era classificata come segreta o riservata, per motivi di sicurezza, come sia stato possibile per gli organi di stampa venirne a conoscenza; in ogni caso, quali iniziative siano state assunte dalla Sogin spa per attuare le attività cosiddette di decommissioning dell’impianto Itrec di Rotondella; se la Sogin spa assolva regolarmente ai prescritti obblighi informativi nei confronti delle Amministrazioni e degli Enti territoriali competenti; quale pianificazione di emergenza sia stata adottata dalla Prefettura di Matera in relazione all’impianto Itrec di Rotondella”. C’è un aspetto nell’interrogazione urgente che dovrebbe essere chiarificatore: forse si trattava di un’operazione segreta o riservata.

In Senato a parlare è il senatore del Movimento 5 Stelle Petrocelli che chiede ad Alfano di «conferire con urgenza in Senato su tutto quanto avvenuto a Rotondella». L’interrogazione sarà depositata oggi. Secondo Petrocelli chi ha agito nella notta ha «dimostrato approssimazione dilettantistica da far paura, data la pericolosità di queste sostanze radioattive, visti i dubbi e l’ansia che hanno generato in residenti e villeggianti. Chiederemo di conferire con urgenza in Senato – ha spiegato Petrocelli – per spiegare cosa è stato trasportato da o per Rotondella, se esistono rischi di contaminazione per le popolazioni del posto e per le loro attività economiche, al fine di non mettere in ginocchio quel minimo di economia locale che è sopravvissuta a 30 anni di errate politiche regionali Pd, Pdl, e cosa centri l’aeroporto militare di Gioia del Colle in questa storia. Gli americani hanno forse un’area di stoccaggio di sostanze nucleari? Oppure i due ministri della difesa e degli interni hanno superficialmente autorizzato un viaggio in aereo di materiale altamente radioattivo, col rischio in caso di incidente, di una catastrofe senza precedenti? Ci aspettiamo risposte rapide e concrete, sempre che anche questa storia non sia stata attuata tutta all’insaputa dell’ignaro ministro Alfano»

Molto più calmo il governatore De Filippo«Il senso dello Stato – ha detto – mi spinge a credere che se le notizie dovessero trovare effettivo compimento il Ministero dell’Interno e della Difesa avranno avuto i loro buoni motivi per agire e chiediamo che ce le spieghino in tempi rapidissimi. Ma episodi come questi, con il mancato coinvolgimento dei territori interessati potrebbero minare quel rapporto di trasparenza e collaborazione tra diversi livelli dello Stato indispensabile per gestire una questione delicata come quella delle scorie nucleari, rischiando di riaprire la vecchia ferita di Scanzano».Sul fronte Pdl anche La tronico, tramite interrogazione, ha chiesto ad Alfano informazioni su quanto accaduto. «Si tratta – scrive – di conoscere quale materiale nucleare sia  stato trasferito e per quali ragioni, come siano state garantiti gli standard di sicurezza nelle procedure di prelievo e di trasporto di materiale radioattivo, quali autorità di governo abbiano valutato ed autorizzato la complessa operazione».

Ci sono anche i consiglieri regionali Castelluccio e Giordano che sulla base di quanto scritto dalla Sogin sugli obiettivi del 2013 hanno «il fondato timore che presso la Trisaia di Rotondella – scrivono nell’interrogazione a De Filippo – siano presenti altri rifiuti tossici, oltre ai 64 elementi di combustibile irraggiato, regolarmente stoccati.  Se la risposta fosse negativa, si chiede di sapere come mai i 64 elementi di materiale tossico non sono stati trasferiti nel deposito nazionale, come preannunciato direttamente dall’amministratore delegato della Sogin nel citato comunicato stampa?E soprattutto come mai la Regione Basilicata non era a conoscenza di questo trasferimento?

v.panettieri@luedi.it

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