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L'esultanza dei giocatori del San Luca

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Estate del 2017. Il campo sportivo di San Luca, intitolato a Corrado Alvaro, qualche mese prima era stato inaugurato con la disputa di un’amichevole fra la Nazionale cantanti e la Nazionale magistrati (LEGGI). Una presenza, quest’ultima, simbolica e significativa in un paese puntualmente raccontato per ben altri e tragici eventi.

Un campo in erba, un campetto aggiuntivo, spogliatoi confortevoli, una lunga gradinata, una tribuna coperta. Una bella struttura, insomma, anche se manca qualcosa. Manca una squadra che ci giochi sopra. Manca una società. Il calcio, a San Luca, è scomparso da qualche anno.

Matura allora, proprio in quell’estate del 2017, la decisione di un gruppo di appassionati di formare una squadra e di partecipare ad un campionato. Si acquista il titolo della Pro Pellaro e si riparte dal torneo di Promozione. Tante buone intenzioni, ma le cose, sul campo, non vanno. Cinque gare e cinque larghe sconfitte. Tanto entusiasmo, poche soddisfazioni, anzi nessuna. Tanto che tutti vogliono affrontare il San Luca, perché sanno che quelli sono tre punti sicuri.

L’avvio di una nuova era

La data da segnare sul calendario è quella del 15 ottobre 2017. Si gioca contro la Bovalinese e prima del via il presidente del San Luca, Francesco Giampaolo, consegna al presidente della squadra ospite, Giuseppe Cartisano, una targa ricordo in onore di Lollo Cartisano, padre del patron amaranto, sequestrato e ucciso dalla violenza della ‘ndrangheta. Un gran gesto di sportività, umanità e civiltà da parte della società giallorossa, che testimonia il modo in cui si intende fare calcio.

Ma perché si ricorda questa data? Perché proprio contro la Bovalinese arriva il primo punto della storia del “nuovo San Luca” ed è da qui che parte una incredibile scalata, che porterà la squadra a giocarsela senza timori con le big del calcio calabrese e interregionale.

Quella squadra, da tutti definita come “squadra materasso” inizia a mietere punti, anche perché viene rinforzata con l’arrivo di alcuni calciatori sudamericani, per quella che sarà una costante delle stagioni d’oro del San Luca. Si chiude all’8° posto e da qui parte la costruzione del “San Luca dei record”.

Il “Grande Torino” e il “Grande San Luca”

Se la stagione 2017/18 serve da rodaggio, quella successiva fa salire il San Luca agli onori della cronaca nazionale e internazionale e stavolta non per i soliti fatti, ma soltanto per le gesta della squadra di calcio, che piazza una serie di record da fare paura: 84 punti su 90, nessuna sconfitta, due calciatori (il reggino Bruzzaniti e l’argentino Carella) re dei bomber del girone di Promozione con 30 reti ciascuno e, soprattutto, una squadra che segna, in 30 gare, ben 134 gol. Un record nazionale che fa il giro del mondo: superato, fatte le debite proporzioni, anche il “Grande Torino”.

E per poco non riesce un’altra impresa: in quella stagione il San Luca arriva alla finale di Coppa Italia, che perde contro il Corigliano, avversario di categoria superiore, costruito per andare in Serie D. Ma il riscatto sociale attraverso il calcio è già avvenuto.

San Luca è sulla stampa per ben altri motivi e da numerosi personaggi famosi dello sport nazionale e internazionale, attraverso una gran bella campagna mediatica condotta dall’ufficio comunicazione del club, arrivano messaggi di congratulazioni per la squadra.

Una doppia soddisfazione

Il presidente Giampaolo e la dirigenza giallorossa, appena il tempo di vincere in Promozione, puntano già a trionfare in Eccellenza. L’appetito viene mangiando. Lo stadio “Corrado Alvaro” accoglie in media un migliaio di spettatori.

Dal punto di vista dell’ordine pubblico tutto fila alla perfezione e i ringraziamenti pubblici delle squadre avversarie per l’ospitalità sono altre medaglie da appuntare sul petto. Dirigenza e tifosi, allora, mirano in alto e sono così esigenti tanto che il club decide di esonerare l’allenatore Figliomeni dopo che questi ha portato la squadra a vincere una storica Coppa Italia, conducendola anche al primo posto, da matricola, nel torneo di Eccellenza, la Serie A dei Dilettanti in ambito regionale.

Toccherà al nuovo tecnico De Angelis traghettare il San Luca in Serie D, con il torneo sospeso alla 24ª giornata per la pandemia.

Serie D senza pubblico, ma fra le big

Nella quarta serie nazionale si affaccia un San Luca che fin da subito veste i panni della “matricola terribile”. A guidare la squadra viene chiamato una bandiera del calcio calabrese, quel Ciccio Cozza diventato un mito alla Reggina.

Il covid condiziona il torneo: non si può giocare con il pubblico e allora la collinetta che sovrasta il “Corrado Alvaro” è sempre piena di gente che da lontano fa sentire il calore alla propria squadra. E allora, anche in Serie D, il San Luca mostra i muscoli. È la migliore delle calabresi che partecipano al torneo, con le altre che invece lottano per non retrocedere.

Fin da subito si sgomita per il vertice e non solo: nelle prime gare la formazione di Cozza, sia pure in coabitazione, assapora anche la gioia del primo posto. Strada facendo si perde qualche punto, ma ci può stare. Intanto si ricompone in attacco il tandem delle meraviglie che aveva segnato tantissimo in Promozione (Bruzzaniti-Carella). E adesso, alle spalle delle due realtà calcistiche di Messina e dell’ambiziosa Gelbison c’è proprio il “piccolo, grande” San Luca, ormai lanciato verso i play off, per scrivere altre pagine di una storia iniziata, dal nulla, quattro anni fa, ma già ricca di capitoli tutti da gustare.  

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