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Il Papa comunicatore soleva dire: “Non ci sono semplici coincidenze nei disegni della divina provvidenza”. Ne consegue che non per una mera casualità l’avvocato Cataldo Calabretta, cirotano doc, convinse il maestro di sci, Lino Zani, a raccontare il volto privato di papa Giovanni Paolo II. L’opera di convincimento la mise in atto con un inatteso successo nel mese di gennaio del 2011, a Roma. Così nacque il libro “Era Santo, era uomo”, scritto a due mani dallo stesso Zani e dalla giornalista Marilù Simoneschi.
Le pagine svelano tanti aneddoti, ostinatamente confinati nel silenzio fino a quel momento, e come il papa abbia acquisito sul monte Adamello la piena e chiara consapevolezza del terzo segreto di Fatima. Un’apparente casualità condusse il “vescovo vestito di bianco” nel “piccolo paradiso innevato”, dove ebbe la visione estatica di una scena “della prima guerra mondiale, un passato di morte e odio, un odio che sarebbe tornato, molti anni più avanti, ad attentare alla sua stessa vita”. Il 13 maggio del 1981 il turco Ali Agca gli sparò contro due colpi di pistola, ferendolo gravemente.
Il progetto editoriale, coordinato dall’avvocato Calabretta, che stipulò un contratto di esclusiva mondiale con la casa editrice Mondadori, in rappresentanza dei due autori, ha ispirato a sua volta la fiction Rai più attesa dai telespettatori, “Era Santo, era uomo”, titolo forse provvisorio.Il solerte legale ha confessato ieri: «Sono orgoglioso, perché da una mia idea e dal mio ostinato impegno hanno avuto origine prima il libro e poi la fiction, io ho assunto la governance del doppio progetto e mi basta, non mi dolgo se i grossi guadagni andranno alle major». Le riprese della miniserie televisiva sono iniziate, giorni fa, e terminate sabato sul ghiacciaio Presena, che offre uno spettacolare panorama ad alta quota. Adesso il set sta per essere allestito a Madonna di Campiglio, quindi la troupe si trasferirà a Roma.
Tutti sanno dell’amore del beato Giovanni Paolo II il Grande, il cui nome al secolo era Karol Jòzef Wojtyla, per lo sci e la montagna e delle sue “fughe” dal Vaticano verso i pendii innevati. Il film è incentrato su due episodi avvenuti, uno, nel 1984, alla presenza di Sandro Pertini, e l’altro nel 1988, quando il pontefice sciò sull’Adamello, e conobbe la famiglia Zani, che all’epoca gestiva il rifugio “Ai caduti dell’Adamello”, alla Lobbia Alta. Fu l’inizio di un’amicizia ventennale tra Giovanni Paolo II e il giovane Lino Zani, maestro di sci e guida alpina, che, in seguito, accompagnò innumerevoli volte il papa a sciare, passeggiare e pregare sulle amate vette.Il regista Andrea Porporati dirige un cast di attori abbastanza popolari: Giorgio Pasotti interpreta Lino Zani, Claudia Pandolfi la fidanzata di questi, Fabio Fulco è Franco, il fratello di Lino, Katia Ricciarelli la madre dei due alpinisti, Carla. L’attore russo Alexei Gustov impersona invece Wojtyla, mentre Giuseppe Cederna interpreta il ruolo di Sandro Pertini. La fiction dovrebbe andare in onda nella seconda metà di ottobre sugli schermi nazionali e internazionali (è girata in inglese), proprio nel periodo in cui è prevista la canonizzazione di Giovanni Paolo II.
Della traduzione del libro in molte lingue se ne occupò a monte, sempre sotto l’aspetto legale, l’avvocato Calabretta. Naturalmente lui prese parte attiva alla presentazione ufficiale del volume, avvenuta a Palazzo Giustiniani, dove, unitamente agli altri protagonisti dell’avventura editoriale, fu accolto dall’allora presidente del Senato, Renato Schifani. Il deus ex machina cirotano ringraziò pubblicamente «i due autori del prezioso lavoro letterario, Marilù Simoneschi, giornalista e collaboratrice dei più diffusi settimanali e programmi televisivi, e Lino Zani, il testimone della santità di un Papa che scosse migliaia di coscienze nel mondo, per avermi affidato la cura dei loro interessi». Un pomeriggio di giugno del 1984 Lino Zani si ritrovò davanti all’improvviso quattro preti polacchi. La trama della storia realmente vissuta si sviluppò da lì, dal piazzale antistante il rifugio “Ai caduti dell’Adamello”, a quota 3.100 metri d’altezza. Un giorno di gennaio del 2011, trascorso nella Capitale, Calabretta convinse Lino Zani a raccontare i segreti del papa polacco che traghettò la cristianità nel terzo millennio. Nulla succede per caso.
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