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La manifestazione di protesta dei borsisti della Campania

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Personale preparato e competente. Stop ai soliti carrozzoni della politica e basta assistenzialismo che sinora ha solo danneggiato e condannato il Mezzogiorno. Meritocrazia contro la pessima burocrazia che non è in grado di spendere una marea di soldi dell’Unione europea.

Il caso del concorsone Ripam del 2018 per l’assunzione a tempo indeterminato di 1.873 persone nella Pubblica amministrazione della Campania è ormai da tempo terreno di scontro tra il governatore Vincenzo De Luca e suo figlio di Piero, deputato Dem e vicecapogruppo alla Camera, da una parte, e il ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione Renato Brunetta dall’altra. I 1873 vincitori sono impegnati in vari enti pubblici campani Campania da circa due anni in percorsi di formazione-lavoro.

Dovrebbero da bando sostenere un’ulteriore prova scritta finale per ottenere l’assunzione definitiva, mentre il dl 44/2021 ha semplificato le procedure concorsuali, riducendo le prove a una scritta e una orale. 

Il Dipartimento della Funzione pubblica ha realizzato delle slide nelle quali illustra i dettagli e le fasi del corso-concorso, dall’origine del progetto nel 2018, ai termini giuridici del bando, fino alla decisione della Commissione Interministeriale Ripam del 9 aprile 2021 alla luce del nuovo quadro normativo. La linea dettata da Brunetta è chiara: “Senza esame, non si entra nella Pubblica amministrazione. Non ho complicato la procedura, non si gioca sul lavoro dei giovani. Ci sarà un test scritto, aver partecipato ai corsi non dà diritto al posto”.

E chiarisce bene in una lettera al presidente della giunta regionale. “Lo dice il nome: il corso-concorso bandito dalla Regione il 9 luglio 2019 è una procedura che prevede due distinte fasi, quella del corso e quella del concorso […] – sottolinea il ministro del governo Draghi – Ricapitolando: i primi due test sostenuti dai candidati servivano soltanto per essere ammessi al corso, ma esclusivamente la prova scritta post-formazione e la prova orale costituiscono le selezioni concorsuali per essere assunti nella Pa […].

Per essere chiari: la formula del corso-concorso assomiglia alla procedura per prendere la patente. Frequentare il corso non dà l’abilitazione alla guida. Chi lo lascia intendere non soltanto mostra o finge di ignorare il bando, ma evoca implicitamente la violazione delle norme che regolano l’accesso alla Pa”.  Pertanto il concorso Ripam Formez si concluderà a giugno con una prova scritta in inglese. La commissione Ripam, riunitasi nei giorni scorsi, ha vagliato la proposta operativa arrivata dal Formez e sancito, di fatto, la conferma del percorso già tracciato. Per terminare il lungo iter concorsuale, dunque, occorrerà un’unica prova scritta.

IL NO DEL DEPUTATO DE LUCA

“In merito al concorso Ripam della Regione Campania, insieme all’onorevole Topo, abbiamo condiviso con il gruppo Pd del Senato la presentazione di un apposito emendamento volto a precisare il contenuto dell’articolo 10 del DL 44/2021, al fine di accelerare la conclusione della procedura concorsuale – ha spiegato nei giorni scorsi Piero De Luca – L’emendamento a prima firma dell’onorevole Valente prevede che “qualora almeno una prova scritta sia già stata effettuata alla data di entrata in vigore del presente decreto, si utilizzano gli esiti della stessa, senza necessità di prevederne una ulteriore”.

Nell’emendamento si stabilisce inoltre che “per le procedure concorsuali in corso di svolgimento o i cui bandi sono pubblicati alla data di entrata in vigore del presente decreto, volte all’assunzione di personale con qualifica non dirigenziale, che prevedono tra le fasi selettive una o più prove scritte e un eventuale tirocinio o corso di formazione, si applicano le disposizioni di cui al comma 3, anche in deroga al bando, utilizzando gli esiti delle fasi concorsuali scritte e pratiche già svolte”. De Luca ha ricordato che “i candidati hanno già svolto ben due prove scritte e stanno portando a termine, in questi giorni, il periodo di formazione presso gli Enti Locali della Campania. Pertanto, in linea con le indicazioni del DL 44/2021, sarebbe auspicabile che i candidati svolgessero, al massimo, solo un’ultima prova orale, semmai per esporre il progetto di tirocinio effettuato, prima di poter essere definitivamente assunti in servizio qualora selezionati. Auspichiamo che tutte le forze politiche, in particolare le forze di maggioranza che si sono già interessate al tema, possano sostenere questa nostra proposta – le parole del deputato dem salernitano – Ad ogni modo, nelle more della discussione parlamentare, riteniamo ragionevole che la commissione Ripam proceda intanto all’elaborazione di una banca dati per semplificare e rendere più trasparente l’ultima verifica”.

L’APPELLO DEL GOVERNATORE

Sul caso corso-concorso ieri è stata una giornata abbastanza movimentata. A tentare di trovare una estrema soluzione è stato il governatore che nel pomeriggio di ieri ha lanciato un appello a Brunetta. “Nello spirito di semplificazione e accelerazione, faccio appello al ministro Brunetta per consentire ai giovani del corso concorso Ripam Campania di poter completare le procedure previste – ha scritto su Facebook Vincenzo De Luca – Ricordo che sono tra i pochi ad aver sostenuto una prova scritta e una orale. È del tutto ragionevole a questo punto sostenere un colloquio finale, anche per dare risposta ai Comuni che potranno avviare rapidamente al lavoro questi giovani”.

LA PROTESTA DEI BORSISTI

Circa duecento borsisti del corso-concorso Ripam della Regione Campania hanno manifestato ieri mattina dinanzi palazzo Santa Lucia per sollecitare l’assunzione immediata di tutti i borsisti e chiedere l’eliminazione della prossima prova e l’assorbimento dei profili in sovrannumero. “Concorsone, basta prove e subito assunzione” è la scritta che campeggiava dallo striscione sistemato dai manifestanti nei pressi del palazzo del governo regionale. Si tratta della seconda manifestazione promossa dalla Funzione Pubblica Cgil dopo l’analoga iniziativa del 20 aprile scorso. “Sono state già sostenute due prove molto difficili – ricorda il sindacato – fare una terza prova è solo un dispendio di risorse e di energie”.


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