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ROSARNO (REGGIO CALABRIA), 12 LUG – Nelle minacce alle donne sindaco c’è “anche una componente sessista. E questo nel senso che per un certo tipo di mentalità come quella mafiosa, intimidire una donna è più facile. A loro voglio dimostrare vicinanza sia come donna che come Presidente della Camera”. Lo ha detto la presidente della Camera, Laura Boldrini, nella sua visita a Rosarno, in cui ha parlato delle minacce a Elisabetta Tripodi e Maria Carmela Lanzetta.
(ANSA) – ROSARNO (REGGIO CALABRIA), 12 LUG – “Sono venuta a Rosarno perchè invitata dal sindaco, Elisabetta Tripodi, e dalla sua collega di Montasterace, Maria Carmela Lanzetta, che, quando mi hanno invitato, non hanno posto l’accento sulle minacce e sugli attentati che hanno subito, ma mi hanno solo chiesto attenzione per il loro territorio”, ha spiegato la presidente.
A proposito di Maria Carmela Lanzetta e del suo recente annuncio di dimissioni, la presidente Boldrini ha detto di non volere “entrare nel merito della sua scelta, per la quale credo – ha aggiunto – tutti siamo tenuti al massimo rispetto. Quanto è accaduto, però, dimostra come sia complesso amministrare questa terra bellissima e difficile e quanto sia arduo mantenere la schiena dritta qui più che altrove e non essere lasciati soli”.

ROSARNO (RC) – Nelle minacce alle donne sindaco c’è «anche una componente sessista. E questo nel senso che per un certo tipo di mentalità come quella mafiosa, intimidire una donna è più facile. A loro voglio dimostrare vicinanza sia come donna che come Presidente della Camera». Lo ha detto Laura Boldrini, nella sua visita a Rosarno, in cui ha parlato delle minacce a Elisabetta Tripodi e Maria Carmela Lanzetta. «Sono venuta a Rosarno – ha ggiunto – perchè invitata dal sindaco, Elisabetta Tripodi, e dalla sua collega di Montasterace, Maria Carmela Lanzetta, che, quando mi hanno invitato, non hanno posto l’accento sulle minacce e sugli attentati che hanno subito, ma mi hanno solo chiesto attenzione per il loro territorio», ha spiegato la presidente. 

 

A proposito di Maria Carmela Lanzetta e del suo recente annuncio di dimissioni, la presidente Boldrini ha detto di non volere «entrare nel merito della sua scelta, per la quale credo – ha aggiunto – tutti siamo tenuti al massimo rispetto. Quanto è accaduto, però, dimostra come sia complesso amministrare questa terra bellissima e difficile e quanto sia arduo mantenere la schiena dritta qui più che altrove e non essere lasciati soli».

Più in generale, Laura Boldrini ha chiesto di non lasciare sole anche «le donne appartenenti a famiglie di ‘ndrangheta che si sono pentite: penso ad una donna come Giusy Pesce, che si è ribellata alla sua famiglia decidendo di collaborare con la giustizia». Ma fa anche i nomi di Lea Garofalo e Maria Grazia Cacciola, «che hanno pagato con la vita il loro coraggio. Occorre ricordare queste giovani vite parlandone nelle scuole e dedicando loro intere giornate di riflessione».

IN CALABRIA SCENE DI GUERRA – Ma la solidarietà di Laura Boldrini non è solo per le donne. A proposito di ciò che è accaduto di recente al sindaco di Nicotera, Francesco Pagano, contro l’abitazione del quale sono state sparate alcune raffiche di kalashnikov, ha affermato: «mi ricorda le scene cui ho assistito in passato nelle zone di guerra, in Paesi cioè che non riconoscono lo Stato di diritto. La presenza della ‘ndrangheta, ormai, è una vera e propria lesione ai diritti umani». E parole di solidarietà le ha avute anche per i magistrati – «protagonisti ha sottolineato la presidente di una opera fondamentale nella lotta alla criminalità organizzata» – e per i giornalisti locali: «Mi ha sempre colpito che in Calabria i quotidiani nazionali non hanno redazioni. Chi è esposto, invece, sono i cronisti locali, che mettono a repentaglio la loro vita per accendere i riflettori sulla regione».

«In un’economia debole come quella calabrese – ha concluso Laura Boldrini – la criminalità organizzata ha mano libera. Contro questa tendenza bisogna rendere ancora più efficaci alcuni strumenti legislativi».

CITTADINANZA ONORARIA A RIACE – Il Comune di Riace ha poiconferito la cittadinanza onoraria alla presidente della Camera. La cerimonia si è svolta nel pomeriggio alla presenza del sindaco, Domenico Lucano, fortemente impegnato da molti anni sui temi dell’immigrazione e dell’accoglienza. Laura Boldrini è stata accolta, al suo arrivo alla cerimonia, da molti rifugiati che hanno intonato l’Inno d’Italia, oltre che da una nutrita rappresentanza di cittadini. Alla presidente della Camera sono state anche consegnate, simbolicamente, le chiavi della città. Laura Boldrini, prima di assumere la presidenza della Camera, è stata particolarmente impegnata sui temi dell’immigrazione come portavoce dell’Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati.

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