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AUMENTA l’inflazione a giugno dello 0,3% rispetto al mese precedente e dell’1,2% nei confronti di giugno 2012 (era +1,1% a maggio). I dati definitivi confermano le stime preliminari secondo quanto rileva l’Istat.
Reggio Calabria (+2,9%), che rappresenta temporaneamente la Calabria in sostituzione del capoluogo di regione, è la città in cui i prezzi al consumo registrano gli aumenti su base annua più elevati a giugno scorso.
Seguono, con aumenti meno marcati, le città di Venezia (+1,9%), Potenza, Bologna e Genova (per tutte +1,6%). I tassi d’inflazione più contenuti riguardano Palermo, Aosta (per entrambe +0,6%), Cagliari e Trieste (per entrambe +0,7%).
“La lieve accelerazione dell’inflazione a giugno è principalmente imputabile alla ripresa dei prezzi dei beni energetici non regolamentati, che crescono su base mensile dello 0,5%, con una sensibile attenuazione della flessione su base annua (-1,8%, da -4,8% di maggio)” spiega l’Istat rilevando anche che contribuiscono al rialzo congiunturale dell’indice generale anche gli aumenti su base mensile dei prezzi degli alimentari non lavorati (+1,4%, attribuibile soprattutto all’aumento del 6,9% dei prezzi della frutta fresca) e dei servizi relativi ai trasporti (+0,7%), sui quali incidono, in parte, fattori di natura stagionale.
Rispetto a giugno 2012, il tasso di crescita dei prezzi dei beni sale allo 0,9%, dallo 0,8% di maggio, mentre quello dei prezzi dei servizi scende all’1,6% (era +1,7% nel mese precedente). Di conseguenza, il differenziale inflazionistico tra servizi e beni si riduce di due decimi di punto percentuale rispetto a maggio.
I prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza dai consumatori aumentano dello 0,4% su base mensile e crescono dell’1,7% su base annua (dall’1,5% di maggio).
L’effetto del maltempo e dei nubifragi si fa sentire nel carrello della spesa dove i prezzi dei vegetali freschi aumentano dell’11,1% mentre la frutta sale del 6,9%, a causa dei danni provocati alle coltivazioni ma anche della distorsioni presenti dal campo alla tavola. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat sull’inflazione che a giugno ha visto i prezzi degli alimentari aumentare del 2,8%, più del doppio dell’inflazione media.
“L’aumento dei prezzi entro certi limiti è – sottolinea la Coldiretti – giustificabile per l’effetto della straordinario andamento climatico, ma occorre evitare che nel passaggio dei prodotti dal campo alla tavola si innestino fenomeni speculativi”.
“Il rischio è quello di provocare una ulteriore frenata dei consumi con un drammatico crollo storico della spesa che non è mai stato così pesante per le famiglie italiane che – sostiene la Coldiretti – hanno svuotato il carrello dei prodotti base per l’alimentazione con tagli in valori che vanno dall’olio di oliva extravergine (-12%) al pesce (-11%), dalla pasta (-9%) al latte (-6%), dall’ortofrutta (-4%) alla carne (-1%) per una contrazione media nell’agroalimentare del 3,4%, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ismea relativi al primo quadrimestre”.
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