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AMANTEA (CS) – Beni per un valore di 8 milioni di euro sono stati confiscati dalla Direzione investigativa antimafia di Catanzaro. I beni, secondo l’accusa, sono riconducibili a Carlo Samà, 58 anni, di Amantea, in provincia di Cosenza, imprenditore nel settore della raccolta dei rifiuti, condannato in via definitiva per associazione mafiosa nell’ambito dell’inchiesta Nepetia contro i presunti componenti di una cosca di ‘ndrangheta operante sulla fascia tirennica cosentina.
In particolare, la Dia ha confiscato il compendio aziendale e le quote sociali di sei società oltre a mezzi industriali, rapporti finanziari e decine di beni immobili, tra i quali spicca la quota di un palazzo baronale amanteano del 1700, si tratta di palazzo Florio nel centro della cittadina.
Nel dettaglio, il provvedimento riguarda: compendio aziendale della “Samà Carlo srl”, con sede in Amantea; compendio aziendale della “Servizi Ambientali srl”, con sede in Amantea; quote sociali e compendio aziendale della “Amagestioni srl”, con sede in Amantea; quote sociali e compendio aziendale della “Amambiente srl”, con sede in Amantea; quote sociali e compendio aziendale della “Tirreno Servizi srl”, con sede in Amantea; quote sociali della “Ecosud srl” con sede in Fuscaldo; nonchè decine di beni immobili, mobili registrati, mezzi industriali e svariati rapporti finanziari.
Secondo gli inquirenti,
“si può fondatamente ritenere, inoltre, che Samà Carlo abbia posto in essere una condotta simulatoria, che si è esplicitata attraverso lo strumento della fittizia intestazione dei beni ai propri congiunti, uno stratagemma che doveva servire ad occultare ricchezze (immobiliari e non) altrimenti non giustificabile, mediante l’intestazione dei beni stessi a persone di cui poteva fidarsi”.
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