Michele Santoro ospite a "Otto e Mezzo"
2 minuti per la letturaCATANZARO – Michele Santoro torna in tv ospite di Lilli Gruber in vista di un programma che andrà in onda su La 7 mercoledì prossimo, mentre Gad Lerner, ospite anche lui di “Otto e Mezzo”, si è lasciato a un nostalgico commento tipo «siamo combattenti e reduci»,
Santoro ha fatto l’ingresso in scena subito con tono deciso e controcorrente: «Non mi sento un reduce, ho ancora molto da dire».
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E ha attaccato il sistema dell’informazione che, tranne poche eccezioni, non si “accorgerebbe” delle condizioni dell’Italia.
Esempio della gravità delle cose italiane, secondo Santoro, sarebbero la Calabria e l’emergenza sanitaria.
«Quando in Calabria fanno due volte la ricevuta per uno stesso pagamento, chi la fa? Lo Stato. E noi come lo risolviamo questo problema? Prendiamo un altro generale della riserva e lo mandiamo in Calabria come se dovesse combattere chissà quale nemico. La ‘ndrangheta? Ma la ‘ndrangheta calabrese è nella famacologia, è investitrice nella finanza. Se la ‘ndrangheta gestisse certi ospedali calabresi li gestirebbe meglio di alcune persone che li gestiscono oggi, purtroppo».
Collegato con lo studio, Gad Lerner ha subito provato a cambiare strada: «Questa non diciamola, la ‘ndrangheta non gestirebbe meglio, suvvia».
Ma Santoro ha rilanciato: «Gli ospedali non è che non funzionano per la ‘ndrangheta in Calabria. Ci raccontiamo una favola che non è vera. La ‘ndrangheta gestisce già, gestisce dei punti privati della sanità con grandi livelli di assistenza».
Santoro ha poi ricordato come «abbiamo già chiesto il 1860 alla camorra di riportare l’ordine pubblico in Campania e lo hanno fatto gli americani in Sicilia per pianificare lo sbarco, quindi è già accaduto. Mi auguro che non accada in Calabria con la ‘ndrangheta, che possiamo farcela da soli, però abbiamo bisogno di gente che sa fare i conti, sa ordinare le pratiche, sa funzionare lo Stato, non di un generale senza forze che va lì a fare finta di fare la lotta alla ‘ndrangheta che non è il nemico».
Controcorrente anche sulla vicenda Grillo/stupro ponendo molti dubbi sui tempi dell’inchiesta e lasciando intendere che volutamente sia stato scelto il momento politico per far esplodere il caso.
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