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Operai della Stellantis davanti allo stabilimento

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«UN’ECONOMIA che fa vivere e non uccide, include e non esclude, umanizza e non disumanizza»: usano le parole di Papa Francesco i vescovi lucani per manifestare vicinanza a tutti i dipendenti del polo industriale di Melfi, «che soffrono per le recenti notizie circa i tagli di una delle linee produttive nello stabilimento Stellantis».

Secondo i presuli «un’economia che fa vivere è l’economia necessaria per lo sviluppo della nostra terra di Basilicata. Un’ideologia economica che ha posto al centro del nostro vivere sociale la competizione di tutti contro tutti non determina il bene della persona umana. L’inequità è la radice dei mali sociali, come scrive Papa Francesco, nella Evangelii Gaudium. E contro l’inequità si può agire efficacemente mantenendo le migliori condizioni di occupabilità, là dove sono stati effettuati importanti investimenti economici e formativi per le lavoratrici e i lavoratori dell’indotto industriale di Melfi negli ultimi decenni».

Sono «investimenti – aggiungono i vescovi – che hanno destato il senso del riscatto individuale e collettivo, il quale tanta influenza positiva ha avuto sulla Basilicata. Sono investimenti che hanno determinato vocazioni professionali e scelte di miglioramento individuali e collettive che non possono essere tranciate da scelte che non sanno coniugare il bene della persona con le libertà di iniziativa privata».

Per i presuli lucani «al centro del vivere sociale, ovunque, anche in Basilicata, non si deve porre la concorrenza, ma la solidarietà, la fedeltà agli impegni assunti con i lavoratori insieme all’iniziativa privata. Questa è la via maestra che anche la nostra Costituzione indica: senza tale bilanciamento tra dignità umana e mercato nessuna istituzione imprenditoriale ha successo.

Se qualcosa si rompe da un lato, dall’altro si distrugge più di quanto si possa ipotizzare». Da qui l’appello ai vertici di Stellantis per un ripensamento: «Non si facciano scelte solo per interesse. Si abbia il coraggio di guardare lontano e di credere nel rinnovamento che costruisce un futuro migliore per tutti».

LA POLITICA – Sul fronte politico, ieri mattina il senatore del Pd Gianni Pittella ha avuto una lunga discussione con la ministra per il Sud Mara Carfagna «su alcune opportunità di carattere strategico per il sud del Paese connesse al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e, in particolare, rappresentando la necessità che tutte le previsioni si inseriscano in una idea complessiva di sviluppo del Mediterraneo.

Il lavoro del ministro Carfagna insieme ai ministri Giovannini e Giorgetti, può essere particolarmente prezioso per dare finalmente attuazione alle Zes dei porti e dei retroporti, per completare le infrastrutture strategiche, realizzare col contributo dei privati il ponte sullo Stretto e per sostenere la competitività dell’automotive al sud, in particolare la capacità di Stellantis a Melfi e Pomigliano di innovare sull’elettrificazione e la guida automatica e procedere a un ricambio generazionale della forza lavoro».

L’assessore regionale alle Attività produttive, Francesco Cupparo, ribadice quanto esposto mercoledì in Consiglio («Ridurre i costi energetici per lo stabilimento Stellantis di Melfi; migliorare ed ammodernare i servizi dell’area San Nicola di Melfi; superare il gap infrastrutturale che incide sui costi di produzione delle auto; ampliare l’attività dell’indotto per la componentistica e le batterie per i nuovi modelli che attualmente provengono da fabbriche estere e di conseguenza ampliare l’occupazione diretta ed indotta»), mentre dall’opposizione parlano i 5 Stelle («evitare a tutti i costi di trasformare le opportunità del Pnrr nell’ennesimo regalo all’industria fossile o in una mera operazione di greenwashing.

Se idrogeno deve essere, è bene che sia chiaro, fin d’ora, che dovrà trattarsi esclusivamente di idrogeno verde, ovvero prodotto al 100 per cento da fonti di energia realmente rinnovabile») e Luca Braia (Italia Viva), che immagina «un distretto tecnologico specializzato sull’automotive» grazie al quale «Melfi e tutta l’area potrebbero diventare la nostra Silicon Valley lucana».

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