X
<
>

Share
2 minuti per la lettura

COSENZA – Una frode fiscale da 500 milioni euro, un direttore di banca coinvolto e dodici prestanome per una rete che partiva dalla fascia ionica cosentina si allungava fino all’estero. Cinque ordinanze di custodia cautelare ed il sequestro di beni per un valore di oltre 13 milioni sono stati eseguiti stamane dalla Guardia di Finanza nell’ambito di un’inchiesta su una frode fiscale coordinata dalla Procura della Repubblica di Rossano. 

Fatture false, evasione fiscale, distruzione di documenti contabili e creazione artificiosa di crediti d’imposta inesistenti sono i reati contestati ai 5 arrestati ed a 12 prestanomi nullatenenti che risultavano amministratori delle società coinvolte. Tra i denunciati anche il direttore di un’agenzia di banca. Gli arresti ed i sequestri sono stati eseguiti, oltre che in Calabria, anche a Livorno, Como Torino e Napoli.

LE PERSONE COINVOLTE – I provvedimenti riguardano: Francesco Domenico Ungaro, 40 anni; Domenico Paolo Antonio Pisano, 40 anni; Elena Zaccaro, 32 anni; Achiropita Formoso, 46 anni; Maurizio Pais, 59 anni. Tutti ai domiciliari. Il direttore di banca coinvolto F. V., 65 anni, alla guida della filiale di Corigliano di un importante gruppo bancario nazionale. Per lui disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Fabio Vena, 65 anni, direttore della Banca Unicredit filiale di Corigliano. Ed altri 6 indagati a piede libero.
Obbligo di dimora per: A. P., 72 anni; L. T., 24 anni; A. M., 29 anni; M. C., 60 anni; P. P., 34 anni; G. P., 39 anni; G. V., 38 anni. 
RAMIFICAZIONI ANCHE ALL’ESTERO – Intercettazioni telefoniche, accertamenti bancari, ed immagini raccolte da impianti di video sorveglianza, perquisizioni e sequestri hanno permesso di ricostruire le ramificazioni del gruppo criminale che, con basi operative a Corigliano e Rossano Calabro, ha operato anche nel Regno Unito ed in Bulgaria, dove si trovavano alcune società. Molte di esse avevano la sola funzione di «cartiere» o contenitori di debiti fiscali riconducibili dal punto di vista gestionale ad alcunid egli indagati.
 Le indagini erano partite nel 2011, da una precedente attività amministrativa svolta dall’agenzia delle dogane di Catanzaro nei confronti di alcune delle società facenti parte dell’associazione per delinquere. «L’operazione – ha detto Eugenio Facciolla, procuratore della Repubblica facente funzioni di Rossano, che col taglio dei Tribunali è destinato ad essere accorpato a Castrovillari – nasce da un lavoro investigativo particolarmente complesso fatto dall’Ufficio di Procura in una situazione particolarmente complessa ed è la dimostrazione che se si continua a lavorare in un territorio difficile come questo, i risultati arrivano. L’indagine è nata da un’iniziativa dell’Agenzia della dogane e portata avanti dalla guardia di finanza che ha scoperto un vorticoso giro di società che movimentavano somme enormi di denaro». 
Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE