I carabinieri all'interno del centro
2 minuti per la letturaTITO – All’apparenza era un centro massaggi. Sul portoncino del condominio a Tito scalo c’era l’insegna, “Soul and body”, con il disegno di una donna con gli occhi chiusi che lasciava immaginare come, varcata quella soglia, ci si doveva spogliare delle preoccupazioni e pensare solo al relax.
E in effetti – stando alle accuse della Procura della Repubblica di Potenza – varcata quella soglia effettivamente ci si spogliava, ma non per un rilassante massaggio. Le indagini, coordinate dalla Procura e condotte dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Potenza (con il supporto delle stazioni di Potenza e Tito), hanno evidenziato una ben diversa realtà e arrestato il titolare del centro, Benito Giuseppe Montano, di 45 anni. L’ipotesi di accusa è quella di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
L’operazione, denominata “Happy Ending” (Lieto fine), ha portato ieri mattina alle prime luci del giorno i carabinieri all’interno del centro massaggi.
L’attività investigativa – ha spiegato il procuratore distrettuale, Francesco Curcio – ha permesso di acquisire gravi indizi di colpevolezza a carico di Montano che, a quanto sembra, aveva un giro abbastanza numeroso di clienti.
Una attività ben avviata a quanto sembra. Quotidianamente, infatti, Montano fissava degli appuntamenti con i numerosi clienti a cui illustrava, una volta all’interno dell’appartamento, la effettiva natura dei massaggi che venivano offerti.
Ma come arrivavano i clienti al centro massaggi?
Attraverso degli annunci su un sito internet, www.bakeka.it. Inequivocabili gli annunci, benché sul sito vi si possa trovare di tutto, dall’oggettistica agli elettrodomestici. Ma cercando “massaggi-benessere”, si arriva ad annunci abbastanza espliciti, che promettono “un regalino” in più rispetto al semplice massaggio. Il tutto corredato da foto ancora più chiare, al fine di pubblicizzare i servizi offerti dalle ragazze impiegate da Montano.
Una decina le donne che sembra venissero sfruttate da Montano nel centro di Tito scalo. Ragazze italiane, cubane, rumene «praticavano ai clienti massaggi dal contenuto erotico che sfociavano poi in atti sessuali».
Dalle indagini dei carabinieri è emerso in primo luogo che i clienti «fossero preventivamente a conoscenza dell’illecita attività svolta nel centro massaggi». Quindi chi si recava nel centro lo faceva per uno scopo ben preciso e non si trattava appunto dei massaggi. In secondo luogo è emerso lo sfruttamento della prostituzione.
Perché i clienti – questo quanto emerso – non pagavano direttamente le ragazze per la loro prestazione: i soldi venivano dati a una persona di fiducia di Montano. Risulta così dimostrata «la gestione organizzata dell’intera attività». E questo a livello indiziario è chiaramente un dato molto più grave perché avvalora lo sfruttamento della prostituzione.
Al momento, benché siano ancora attivi tutti gli annunci sul sito, al centro massaggi di Tito scalo sono stati apposti dei sigilli, mentre l’immobile in cui l’attività si svolgeva è stato sequestrato.
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