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MATERA – La piccola biblioteca “Olivetti” a La Martella era il luogo più adatto ad ospitare il confronto pubblico fra l’assessore comunale all’Igiene, Rocco Rivelli e alcuni abitanti insieme ad alcuni attivisti del Movimento 5 Stelle.
Accanto al tavolo che ha ospitato il presidente della Onlus Antonio Montemurro, Antonio Terranova e i consiglieri Cosola e Massari c’è una vignetta: “La potente voce della cultura”. La dice lunga sulla voglia di confronto che ha la comunità della Martella che hanno dimostrato di avere davvero voglia di risposte. Quattro anni fa, nel dicembre 2010, arrivarono a Matera con i trattori perchè non volevano i rifiuti in arrivo da Potenza. Il risultato fu un impegno delle istituzioni a fare in modo che il borgo non diventasse la discarica della Basilicata. In quell’occasione, insieme ad Antonio Montemurro, impegnato esponente del borgo La Martella e all’epoca assessore provinciale, invasero le strade della città per far sentire il loro no, mentre da giorni presidiavano i cancelli della discarica. Ieri, seppur in numeri ridotti, sono entrati nelle piccole sale destinate alla lettura e, dopo aver ascoltato l’assessore Rivelli, hanno fatto domande, chiesto di non essere costretti a preoccuparsi dell’aria che respirano.
« La discarica – ha chiesto il sig. Guerricchio – deve stare lontana dalla gente. Dalla città mi sono trasferito per vivere in un ambiente pulito. Purtroppo mi è andata male – spiega – quando si cominciava a parlare di discarica, abbiamo fatto di tutto per non farla aprire. Mia moglie ha avuto un carcinoma, mio suocero che viveva a Piccianello vicino alla discarica di S. Vito è morto per tumore. Chi mi dice che fra qualche anno non si capisca che ci sono stati dei danni provocati proprio da queste strutture?». Il consigliere comunale Cosola ne ha approfittato per chiedere: «E’ stato previsto un monitoraggio almeno trentennale?».
Basta guardarsi intorno per capire che i cittadini riuniti nella saletta intitolata ad Adriano Olivetti, amano la propria terra. In uno degli scaffali fa bella mostra il volume: «La memoria dell’identità. Antologia di poeti e scrittori lucani».
Rocco Rivelli spiega, pur con diverse interruzioni, che la discarica ha vissuto un lungo periodo di abbandono: «Una situazione disastrosa – aggiunge, ricordando che la Regione deve accelerare gli atti di pianificazione». Nel frattempo Cosola aggiunge: «La Regione sta nicchiando».
Rivelli spiega, poi, la differenza fra differenti casi: dalla Italcementi alla Valdadige alla discarica de La Martella. Il processo che condurrà alla chiusura della discarica non placa gli animi. Il timore è che quello che è accaduto finora abbia già provocato danni. Il monitoraggio, chiarisce l’assessore, prosegue e riguarda anche le falde acquifere da cui non emergono elementi di rischio. L’unico elemento riguarda il pieziometro n.4, come segnala l’attivista del Movimento Cinque Stelle, Domenico Bennardi: «Esistono valori anomali. Per i solfati su 250 mg per litro e siamo a 709, lo stesso per il boro. I prelievi riguardano – ha aggiunto – il periodo del 10 aprile 2013».
E’ sera e man mano i cittadini arrivano, l’attenzione non si abbassa, anzi.
«Se ci dovesse essere qualcosa di anomalo, chiuderemmo subito la discarica – aggiunge Rivelli, ma i cittadini vogliono altre garanzie, ne chiedono ancora.
«Ci potete garantire che sarà così anche fra 50 anni? – chiede una signora in fondo alla sala.
Rivelli invita i cittadini ad una visita all’interno della discarica per verificare la corretta lavorazione dei rifiuti organici. Un primo passo, certo non semplice, che non si sa ancora se sarà accolto dalla comunità del borgo progettato da Ludovico Quaroni. Ma almeno il primo sasso è stato lanciato.
a.ciervo@luedi.it
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