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BERNALDA – C’era davvero tutta la città, mercoledì pomeriggio, nella chiesa dei Santi Medici, per dare l’ultimo saluto a Giancarmine Lombardi, il bambino di 11 anni morto in un incidente stradale, avvenuto domenica a Vicenza, mentre provava con il cugino Pierangelo Statile, la Ferrari dello zio.
Un’omelìa sobria e molto partecipata, quella officiata da don Rocco, poi all’uscita del feretro dalla chiesa una nuvola di palloncini bianchi e colombe candide, sono state liberate in cielo.
La grande chiesa non è riuscita a contenere il grande abbraccio dei bernaldesi alla famiglia Lombardi, il padre Pietro, imprenditore edile, la mamma Tonia, che gestisce un negozio di articoli da regalo, il fratellino Enrico di 8 anni e la sorella Agnese di 4. Intorno a loro c’erano tutti i compagni di scuola di Giancarmine, oltre agli amici del gruppo Scout Agesci, di cui il ragazzino faceva orgogliosamente parte. Tutti i negozi della città sono rimasti chiusi in segno di lutto, espondendo davanti alla saracinesca una coccarda bianca, come l’animo del piccolo Giancarmine.
Il lungo corteo che aveva accompagnato il feretro in chiesa, lo ha poi discretamente scortato fino al cimitero, percorrendo corso Umberto, poi via Nuova Camarda, dove il seguito di persone lungo oltre un chilometro si è diviso per consentire a tutti, anche gli ultimi, di salutare il piccolo Giancarmine.
Poi si è arrivati in via della Concordi, quindi al cimitero, dove il feretro è stato tumulato nella cappella di famiglia.
Non si era mai vista, almeno negli ultimi anni, tanta corale partecipazione ad un funerale nella città di Bernalda. Segno che tutta la comunità è stata profondamente toccata da questo drammatico evento, che ha squarciato la serenità di una famiglia come tante altre, dedita al lavoro ed alla gioia della vita quotidiana. Domenica per loro doveva essere un giorno di festa per il battesimo di una cuginetta a Vicenza, ma l’ombra nera della tragedia ha cancellato tutto, compresa la vita del cugino Pierangelo Statile, che guidava la Ferrari.
a.corrado@luedi.it
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