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Zendaya, una delle conduttrici della cerimonia

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La “città delle stelle” cantata da Ryan Gosling ed Emma Stone in La La Land è pronta a trasmettere nuovamente la magia del cinema.

Il 25 aprile (alle prime ore del mattino tra il 25 e 26 in Italia) andrà in scena la Notte degli Oscar che, quest’anno, pareva dovesse saltare. Ma poi la svolta: slittamento di due mesi e grandi ambizioni. «Il nostro piano è che quest’anno la cerimonia sembri un film, non uno show televisivo», hanno dichiarato i produttori sulla cui levatura non ci sono dubbi.

Si tratta di Jesse Collins (che ha firmato i Grammy e l’intervallo del SuperBowl), Stacey Sher (produttrice di Tarantino dai tempi di Pulp Fiction) e il regista Steven Soderbergh (Erin Brocovich, Traffic, la saga Ocean’s). A curare la regia televisiva, dopo cinque edizioni degli Oscar, torna Glenn Weiss, reduce da “Celebrating America” lo show con Tom Hanks che ha celebrato l’insediamento del nuovo presidente americano Biden.

Il format tornerà in parte all’antico e in parte introdurrà qualcosa di mai fatto prima. Rispetto al passato ci sono sicuramente le location multiple, confermate finora due a Los Angeles e una a Londra. Nessuna novità se si pensa che la prima cerimonia del 1951 fu in realtà trasmessa da New York e non era altro che la festa di compleanno di Gloria Swanson! José Ferrer, nominato come lei nella categoria miglior protagonista, decise di organizzare una festa per la collega al nightclub “La Zambra” di Manhattan. Quando le altre star lo scoprirono iniziarono a fare a gara per esserci e i loro addetti alle pubbliche relazioni si assicurarono che ci fosse un collegamento radio con Hollywood. Era nata la notte delle stelle. Anche due anni dopo con la prima diretta televisiva, le riprese erano sia a L.A. che a New York e così fu fino al 1957.

Quest’anno il palcoscenico principale sarà la Union Station nel centro di Los Angeles. Dal 5 al 29 aprile l’antica biglietteria, la Grand Waiting Room, il Patio Nord e quello Sud e l’ingresso principale su Alameda Street resteranno chiusi al pubblico. Sembrerà strano che proprio a Hollywood non siano riusciti a trovare un posto più comodo da gestire. La ragione è che la stazione di L.A. è uno degli edifici più antichi della città, con due patii all’aperto molto scenografici ed è legata all’industria cinematografica sin dal 1950 quando William Holden e Nancy Olson girarono qui il film intitolato proprio Union Station. Da allora è stata il set di molti successi tra cui Blade Runner, Bugsy e Il Cavaliere Oscuro, solo per citarne alcuni. Le cinque esibizioni musicali dal vivo, tra cui pare confermata quella di Laura Pausini, saranno trasmesse invece dal classico Dolby Theatre.

Secondo gli organizzatori una cosa è certa: per ricreare la magia, niente collegamenti in streaming: se sei a Los Angeles compari, altrimenti no. Una decisione dura da digerire per i candidati stranieri e per chi sta girando film in altri paesi. L’organizzazione è fluida, potrà variare fino al giorno prima, ma è quasi militaresca: i candidati potranno portare un solo ospite e i due dovranno arrivare insieme nella stessa auto che non dovrà essere una “limo”. Ci saranno ovviamente parrucchieri e truccatori in loco per gli ultimi ritocchi.

Non è ancora deciso se le star indosseranno le mascherine durante lo show che sarà principalmente all’aperto, ma per evitarlo i produttori starebbero valutando la possibilità di farle ruotare in gruppi dentro e fuori l’area in cui vengono distribuite le statuette a seconda di chi dovrà salire sul palco, con igienizzazione tra un gruppo e l’altro. Una vera catena di montaggio. Chi arriva a Los Angeles per lo show dovrà osservare una quarantena in base alla provenienza, allo stato di vaccinazione e alla possibilità che l’ospite stia già lavorando in un set “Covid Free”. Tutti saranno testati più volte: all’arrivo in città con un kit a domicilio fornito dall’Academy e poi con un altro test fatto da personale addetto nel fine settimana degli Oscar. La sera prima è, ad oggi, confermato il ricevimento pre-evento per i candidati.

Venendo alla cerimonia vera e propria, il dress code è rigorosamente “cravatta nera”, ovvero smoking e abito lungo. Dimenticate i pigiama dei Globes quindi, qui siamo agli Oscar! Confermata la passerella sul red carpet, proprio lungo l’ingresso principale della stazione, ma ci saranno “solo” venti televisioni e quattro fotografi accreditati. Una volta dentro, come accade ormai da due anni, niente conduttore unico ma tante star di ieri e di oggi a consegnare i premi tra cui Harrison Ford, Brad Pitt, Joaquin Phoenix, Angela Bassett, Halle Barry, Zendaya, Laura Dern, Reese Whiterspoon, Bryan Cranston, Don Cheadle, Bong Joon Ho, Rita Moreno, Marlee Matlin e Renée Zellweger. Per “correttezza” ed evitare polemiche ci saranno un po’ tutte le categorie rappresentate: 6 uomini, 8 donne, 4 attori di colore, un’ispanica, un orientale e un’attrice con disabilità.


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Stefano Mandarano

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