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REGGIO CALABRIA – Il procuratore di Reggio Calabria non esclude che ci possa essere una macchinazione dietro al nuovo memoriale con il quale l’ex pentito Nino Lo Giudice torna ad accusare il magistrati reggini e in particolare i precedenti vertici della procura di averlo “manovrato” (LEGGI L’ARTICOLO).
«Ci sono dei dubbi» ha detto all’Ansa Federico Cafiero De Raho, aggiungendo che «il fatto che ci sia un video di per se non è dimostrativo della genuinità di ciò che dice. In Calabria ci sono state macchinazioni talvolta orribili. E’ tutto da approfondire. Si tratta di capire se la provenienza del materiale è sua o se dietro c’è una macchinazione per scardinare le accuse mosse in precedenza. La ‘ndrangheta – ha aggiunto il procuratore – ha una forza e ramificazioni notevoli rispetto alle quali occorre operare con grande fermezza e rigore. L’inquinamento ambientale è il vero problema».
Se l’ex pentito Antonino Lo Giudice si costituirà «sarà mia personale cura garantirgli l’incolumità» ha poi precisato Cafiero De Raho, alla luce delle dichiarazioni con le quali l’ex pentito afferma di essersi allontanato dalla località protetta perchè si sentiva in pericolo di vita e di essere indeciso se consegnarsi nelle mani dei nuovi vertici della magistratura reggina. «Il memoriale – ha detto il procuratore di Reggio Calabria – ha tanti destinatari. La Procura svolgerà i dovuti accertamenti. Il fatto che abbia indicato i nomi dei suoi nuovi difensori ci fa pensare a una strategia ampia. E’ chiaro che è tutto da verificare. Certo, finchè è lontano è più complesso capire la genuinità della firma e se la provenienza è certa».
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