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Rocco Barbetta

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POTENZA – E’ in fuga da venerdì Rocco Barbetta, sorvegliato speciale di pubblica sicurezza e destinatario di un decreto di assegnazione, per i prossimi due anni, alla casa di lavoro di Vasto.
Il 51enne melfitano ha fatto perdere le sue tracce proprio mentre alcuni carabinieri gli stavano notificando il provvedimento appena spiccato dal giudice di sorveglianza. Un’uscita di scena roccambolesca attraverso il balcone dell’abitazione di Rapolla, dove soggiornava da un mesetto con la famiglia – in regime di arresti domiciliari con braccialetto elettronico – in seguito alla scarcerazione dal penitenziario di massima sicurezza della cittadina federiciana.

Le ricerche dell’evaso sono andate avanti per tutta la giornata di ieri con controlli a tappeto nei confronti di parenti, amici e conoscenti noti, in particolare a Melfi.
Barbetta era tornato in libertà nel 2016, dopo aver finito di scontare una condanna a 26 anni di reclusione per un omicidio a Montescaglioso. Ma a maggio del 2018 era stato raggiunto da una nuova ordinanza di arresti per aver tentato di estorcere 30mila euro al responsabile di una ditta che stava realizzando pale eoliche in contrada Rucala, nelle campagne a nord a Melfi. Accusa per cui è stato già condannato in primo grado ad altri 4 anni di carcere.

A febbraio del 2019 era stata spiccata nei suoi confronti una seconda ordinanza di arresti per rapina. Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, infatti, sarebbe stato lui l’uomo incappucciato che 13 mesi prima aveva fatto irruzione nel bar ristorante Happy Days di San Nicola di Melfi, sparando un colpo di fucile sul soffitto e poi puntando l’arma sul proprietario del locale. Per farsi consegnare l’incasso e qualche portafogli.

A giugno dell’anno scorso, infine, era stato raggiunto da una terza ordinanza di custodia cautelare per droga, con l’accusa di aver guidato «una vera e propria associazione armata dedita al narcotraffico». Con tanto di addetti alla “bonifica” di auto e appartamenti dalle microspie, custodi per armi e munizioni, e venditori al dettaglio della droga a «Melfi, Rapolla e località limitrofe».
Il sospetto, insomma, è che il 51enne possa ancora contare su una rete di complici/fiancheggiatori. E proprio grazie a qualcuno di questi sarebbe riuscito a liberarsi del braccialetto elettronico e darsi alla macchia.

«Non mi ha contattato ma lo esorto a consegnarsi alle forze dell’ordine che è la scelta più saggia».
Così il difensore di Barbetta, l’avvocato Giuseppe Colucci, ha risposto alla richiesta del Quotidiano del Sud di un commento sulla fuga del suo assistito.

L’assegnazione a una casa di lavoro è un provvedimento riservato a chi commette un nuovo reato dopo essere stato dichiarato delinquente abituale. In concreto, però, la sua applicazione è limitata a pochi casi eccezionali dati gli appena 300 posti a disposizione nelle 4 case lavoro attive in tutto il Paese. Al loro interno gli “ospiti” sono sottoposti a un regime molto simile alla detenzione in ragione di questa pericolosità, “sganciata” dai reati effettivamente commessi.

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