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«Le sfide che abbiamo davanti si vincono insieme, voi siete le nostre antenne sul territorio”. Questa la strategia indicata da Draghi durante l’incontro con Regioni, Anci sul Recovery Plan. Sono le stesse indicazioni che ha illustrato nel corso della conferenza stampa.

«Il rapporto tra Governo e Regioni deve essere di collaborazione altrimenti queste sfide non si vincono». Tanto più che, amaramente, ha riconosciuto che negli ultimi dieci anni come Paese abbiamo perso credibilità agli occhi dell’Europa per l’incapacità di spendere i fondi Ue.

Con il Recovery Fund bisogna cambiare passo. Si tratta di “un pacchetto di investimenti e di riforme molto ambizioso” che va a coprire gli anni tra il 2021 e il 2026. «Un’opportunità che dobbiamo cogliere”, in particolare quella della transizione ecologica e digitale.

Ma anche per il Sud cui vanno destinati gran parte dei finanziamenti allo scopo di raggiungere una maggiore coesione sociale.

«Dobbiamo essere consapevoli della portata storica di questo piano, è un’occasione unica» per migliorare le scuole e modernizzare la burocrazia. «E’ importantissimo spendere e spender bene».

Draghi ha illustrato i due aspetti del Piano che entro fine mese sarà presentato a Bruxelles. Uno è la governance, l’altro la direzione degli interventi. Il modello organizzativo prevede tre livelli, strettamente legati tra di loro. La struttura di coordinamento centrale a livello governativo supervisiona l’attuazione del piano ed è responsabile dell’invio delle richieste di pagamento alla Commissione Europea.

Accanto a questa cabina di regia agiscono una struttura di valutazione e poi una struttura di controllo. Le amministrazioni sono invece responsabili dei singoli investimenti e delle singole riforme. Verranno inoltre costituite delle task force locali che aiuteranno le amministrazioni territoriali a migliorare la loro capacità di investimento e a semplificare le procedure.

La supervisione politica del piano è affidata a un comitato istituito presso la Presidenza del Consiglio a cui partecipano i ministri competenti. In questo disegno, Regioni e gli altri enti locali hanno dunque quattro funzioni: la responsabilità delle misure loro assegnate. Le regioni supervisionano i progetti gestiti dagli enti locali e si assicurano che siano coerenti con le altre politiche regionali.

Gli enti territoriali partecipano alle strutture di sorveglianza del piano e contribuiscono alla sua corretta attuazione. Infine, beneficiano degli interventi di assistenza tecnica e di supporto operativo che arrivano dalle task force.

Il Piano ha tre priorità trasversali (Giovani, Parità di Genere e Sud) e sei missioni: Digitalizzazione, Transizione Ecologica, Infrastrutture, Istruzione e Ricerca, Inclusione e Coesione e Salute . La digitalizzazione, punta a una diffusione capillare della fibra ottica su tutto il territorio e in particolare nel Mezzogiorno. Poi c’è il sostegno dei settori culturali e creativi del Paese. Ad esempio –ha spiegato- vogliamo rendere le imprese del settore turistico più competitive, e permettere loro di digitalizzare i servizi. Nell’ambito della transizione ecologica, sono previsti interventi nella tutela del territorio e delle risorse idriche.

«Per quanto riguarda le infrastrutture –ha spiegato- interveniamo nelle ferrovie, e in particolare nell’alta velocità verso il Sud per merci e passeggeri; e nell’alta velocità che collega il Nord all’Europa. Rafforziamo le linee ferroviarie regionali e i nodi metropolitani, con particolare attenzione all’elettrificazione delle linee meridionali e alla modernizzazione delle stazioni ferroviarie. Il piano per le strade include la manutenzione di numerosi ponti, viadotti e gallerie. Ad esempio sulle autostrade A24 (Roma-Teramo) e A25 verso Teramo.

Nel suo intervento il governatore della Campania, Vincenzo De Luca ha polemizzato sulle quote di vaccini alle Regioni, che vorrebbe in base alla popolazione, sui fondi e i dipendenti aggiuntivi per la sanità. «Oggi la Campania è la regione più penalizzata d’Italia perché abbiamo 15mila dipendenti in meno rispetto alla popolazione, abbiamo la dotazione minore d’Italia del Fondo sanitario nazionale e adesso abbiamo aggiunto anche 176mila vaccini in meno» .

Il presidente della Campania sul Recovery Plan e i grandi progetti in arrivo ha ribadito la richiesta di abolire l’abuso d’ufficio. Inoltre ha chiesto di fermare i ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato dopo le gare d’appalto.

Il governatore della Sicilia Nello Musumeci ha sollecitato al Premier pari opportunità per ridurre il divario con le aree del Nord e per fare del Sud un polo attrattivo e competitivo nell’area del Mediterraneo. «Vero è che il sistema Italia è diviso in due poli – ha detto il presidente siciliano – ma l’uno ha bisogno dell’altro e senza infrastrutture materiali e immateriali si condannano i territori del Meridione alla povertà».


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Francesco Ridolfi

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