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Emanuele Mancuso

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CI sarebbero stati interessi politici finalizzati a giungere alla chiusura dell’ospedale di Nicotera. Di quali, in particolare, Emanuele Mancuso riferisce di parlarne in un successivo verbale agli investigatori della Dda di Catanzaro.

Il pentito racconta la circostanza in uno dei verbali acquisiti al dibattimento “Rinascita-Scott”, facendo riferimento ad un furto in sala raggi avvenuto nel febbraio del 2018 del quale si era interessato per scoprire gli autori, ma senza successo, perché – spiega – la famiglia Mancuso aveva interesse che non si conoscessero i responsabili di quell’episodio: «…anche quando c’è stato il furto all’ospedale di Nicotera, sono stato interessato dal padre di Totò “Yoyò” (Prenesti, ndr) che si è rivolto a mia zia materna Rosaria Del Vecchio per sapere chi fosse il responsabile.

Mi sono interessato alla vicenda, ma anche in questo caso mi sono fatto l’idea che il furto era stato simulato e che, in realtà, e c’erano interessi politici volti a far chiudere la struttura sanitaria. Su questo aspetto riferirò in modo più puntuale in seguito».

Mancuso aggiungeva di aver «chiamato due-tre soggetti ed un’altra persona, ma tutti e tre negarono la loro responsabilità. In realtà, il padre di Totò detto “Yoyò” era andato da mia zia su richiesta dello stesso Totò e di Luigi Mancuso interessato della vicenda solo perché vi era stata la richiesta di altri.

Per me il furto era simulato perché riguardava l’asportazione di attrezzature ottocentesche (anche se poi specificherà che la sottrazione aveva riguardato macchinari e computer), che non avevano alcun valore di mercato e non sarebbero servite ad alcun tipo di ladro».

Insomma, «il tentativo fu vano, perché si comprese che vi era un interesse della famiglia Mancuso e, quindi, tutti avevano paura di parlare e confessare il furto».

I malviventi avevano potuto agire indisturbati all’interno della struttura sanitaria nicoterese anche in virtù dell’assenza di un sistema di videosorveglianza e l’episodio aveva destato un certo scalpore nella città medmea. Ora, le parole di Mancuso – attualmente coperte dal segreto istruttorio – portano ad aprire scenari inquietanti.

Scenari secondo i quali determinata parte politica avrebbe avuto interesse a chiudere la struttura sanitaria, punto di riferimento di un comprensorio in cui risiedono oltre 15mila persone, che invece si sta cercando di riattivare anche vista l’emergenza Covid. E per farlo potrebbe aver deciso di appoggiarsi sugli ambienti criminali della zona.

Al momento non è dato sapere quali fossero i reali interessi e chi i beneficiari, tuttavia, le parole del giovane collaboratore di giustizia (“C’erano interessi politici a far chiudere il nosocomio” e “si comprese che dietro quel furto vi era un interesse della famiglia Mancuso”), sono abbastanza eloquenti. E, come detto, inquietanti.

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Francesco Ridolfi

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