Attilio Fontana e Letizia Moratti
INDICE DEI CONTENUTI
Con l’ultima ordinanza del ministro Roberto Speranza saliranno a 10 i periodi in zona rossa trascorsi dalla Lombardia. Nessuna fra le regioni e le province autonome italiane ha fatto peggio di quella amministrata da Attilio Fontana da quando, lo scorso novembre, la strategia adottata nella lotta all’epidemia di Covid in Italia ha assunto il carattere della differenziazione territoriale. Oltre due mesi, o giù di lì, destinati ad aumentare. Al netto dei regimi speciali stabiliti per le passate festività natalizie e il venturo lungo weekend pasquale, che allungano ulteriormente il tempo trascorso in lockdown per i cittadini lombardi.
DISASTRO NORD
In cinque mesi, in sostanza, la Lombardia è stata in zona gialla appena quattro volte e in arancione sei. Una bomba sociale ed economica che è stata sganciata sul tessuto produttivo più importante del Paese che, un anno dopo, continua a essere il distretto più interessato dal contagio. Nel complesso il rosso lombardo pesa quasi un quarto su quello dell’intero Nord; 48 le zone rosse totali della macroregione, oltre il 50% delle 89 che hanno interessato (e interessano ancora) il Paese. Tre i cambi di colore peggiorativi – l’ultimo disposto tre settimane fa – pari a quelli migliorativi.
Subito dopo – al Settentrione – si colloca il Piemonte con nove lockdown regionali, sei zone arancioni e cinque gialle. Un secondo posto quasi in ex aequo con la provincia autonoma di Bolzano, che conta meno zone rosse (sette) ma più arancioni (undici) e solo due gialle. Dieci volte in arancio, invece, per l’Emilia Romagna, che si salva dal podio grazie alle sole quattro zone rosse. Una in più del Veneto che, tuttavia, nel computo totale risulta la migliore fra le regioni del Nord, avendo trascorso con il regime di minor restrizioni la maggior parte degli ultimi mesi ed è tornato arancione dopo tre settimane di rosso. Non male la Liguria, mai finita in lockdown ma con tante zone arancioni (dodici).
CENTRO VIRTUOSO
Da un punto di vista numerico la palma di macroregione più virtuosa va al Centro, anche per il minor numero di distretti territoriali che la occupano. Il Lazio maledice la seconda metà di marzo che l’ha visto per due settimane in zona rossa. Ma le sue performance sono fra le migliori in assoluto: quattordici volte in giallo e quattro in arancione, fino a maggio miglior condizione possibile con la momentanea sospensione della zona subito inferiore.
Se si considera solo il regime di lockdown regionale, la peggiore risulta essere la Toscana, con sei settimane in rosso. Due in più dell’Abruzzo che, però, ha trascorso in arancione la maggior parte della seconda e della terza ondata. Meglio (o peggio) ha fatto l’Umbria, che con questo particolare colore si è confrontata sedici volte. L’incidenza del Centro, in ogni caso, è limitata: quindici zone rosse totali, circa il 17% di quelle disposte in tutta Italia.
IL SUD
Il dato sale a circa il 30% se si considerano il Sud e le Isole, che in zona rossa (prese tutte insieme) con le ultime disposizioni arriveranno a 27 periodi trascorsi. Alla macroregione va però la palma della miglior regione in assoluto: la Sardegna, unica a potersi fregiare di ben tre periodi in zona bianca. Un sogno vanificato dalla ricrescita dei contagi che ne ha comportato la retrocessione in arancio per seconda volta. Dodici le zone gialle per il territorio governato da Solinas.
Buona anche la gestione del Molise, dove i periodi passati in zona rossa e arancione sono rispettivamente tre e quattro, mentre quelli in zona gialla sono sinora stati tredici. In coda la Campania, che dopo quattro settimane consecutive non è ancora riuscita a liberarsi del rosso, che l’ha interessata per nove volte. La segue la Calabria che è stata ben sette volte in lockdown, sette in arancione e sei in giallo.
La qualità dell'informazione è un bene assoluto, che richiede impegno, dedizione, sacrificio. Il Quotidiano del Sud è il prodotto di questo tipo di lavoro corale che ci assorbe ogni giorno con il massimo di passione e di competenza possibili.
Abbiamo un bene prezioso che difendiamo ogni giorno e che ogni giorno voi potete verificare. Questo bene prezioso si chiama libertà. Abbiamo una bandiera che non intendiamo ammainare. Questa bandiera è quella di un Mezzogiorno mai supino che reclama i diritti calpestati ma conosce e adempie ai suoi doveri.
Contiamo su di voi per preservare questa voce libera che vuole essere la bandiera del Mezzogiorno. Che è la bandiera dell’Italia riunita.
ABBONATI AL QUOTIDIANO DEL SUD CLICCANDO QUI.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA