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Una farmacia

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MATERA – Non basta l’accordo nazionale ma senza un’accelerata anche a livello regionale le vaccinazioni nelle farmacie lucane non partiranno. I tempi non sono brevissimi ma l’obiettivo è raggiungibile facilmente con una volontà comune. Magari entro la fine del mese di aprile permettendo comunque anche se una stima precisa non c’è un aumento del numero quotidiano delle vaccinazioni che sarà possibile fare in regione Basilicata. A spiegare al “Quotidiano” la situazione e i diversi passaggi è il presidente di Federfarma Basilicata Antonio Guerricchio.

L’intesa nazionale apre alle vaccinazioni in farmacia siete pronti?
«L’accordo quadro ha una valenza nazionale ma poi c’è la necessità per ogni regione di doverlo recepire e questo dovrà fare anche la Regione Basilicata. Dal Governo nazionale arrivano i disegni di ordine generale ma la decisione se applicarli tocca alla Regione».

Una volontà che la Regione dovesse recepire l’accordo cosa accadrà?
«I farmacisti avvieranno un corso di formazione e poi dovranno dare la disponibilità per poter effettuare le vaccinazioni».

E’ possibile stimare una possibile adesione?
«Per il momento non ci siamo ancora mossi in questa direzione ma penso che si possa avere un 50-60% di adesioni che su un numero di 220 farmacie in regione vorrebbe dire 110-120 farmacie. Poi mi auguro che questi numeri si possano anche migliorare ulteriormente».

Ci sono una serie di obblighi sotto il profilo pratico?
«E’ chiaro che andrà aperto un confronto per comprendere come la Regione intenderà muoversi, ad esempio quale vaccino intenderà destinare alle farmacie, con quali modalità utilizzarlo e a chi destinarlo. Per quanto riguarda gli spazi, serve una parte anche pratica da definire con gli spazi materiali per le vaccinazioni e un eventuale spazio dedicato per l’attesa e la vigilanza».

E’ possibile fare una stima del numero di persone che si potrebbero vaccinare in farmacia al giorno?
«Questa stima al momento non è possibile perchè non solo non abbiamo un’idea precisa del numero di adesioni delle farmacie ma anche del personale che metteranno a disposizione e che evidentemente consentirebbe di aumentare o diminuire il numero quotidiano delle possibili vaccinazioni. Al momento non si può fare questa stima».

Ha un’idea delle tempistiche che ci vorranno per completare i diversi passaggi che sono necessari e avviare questo servizio?
«Anche questo non è facilmente prevedibile, però diciamo che entro il mese di aprile con una volontà definita dovrebbe essere possibile iniziare».

In questo momento quali sono le priorità da dover perseguire quelle riguardanti le decisioni interne ai farmacisti per comprendere le adesioni o le scelte della Regione?
«Dobbiamo muoverci in ambedue le direzioni. Da un lato dovremo cercare di interloquire con la Regione per capire cosa vuole fare in questo senso e se c’è la possibilità di attivare questo tipo di servizio e come. Dall’altro lato dovremo comprendere quali sono le decisioni e le predisposizioni che ci sono all’interno della categoria per poter capire innanzitutto quali potranno essere le adesioni su cui contare».

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