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L'arrivo di Giancarlo Pittelli durante una delle udienze del processo contro la 'ndrangheta

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CATANZARO – E’ stato rigettato dalla sesta sezione della Corte di Cassazione, il ricorso presentato dai difensori di Giancarlo Pittelli e Mario Lo Riggio – gli avvocati Salvatore Staiano, Francesco Muzzopappa e Guido Contestabile – contro la ricusazione del giudice Tiziana Macrì a presiedere il collegio giudicante nel processo “Rinascita Scott”.

La sentenza della Suprema Corte, che chiude la vicenda, è stata emessa lo scorso 23 marzo. La ricusazione del presidente di sezione nel Tribunale di Vibo Valentia era stata chiesta dalla Dda di Catanzaro poiché il giudice, nelle vesti di gip a Catanzaro, aveva disposto dei decreti di intercettazione richiamando nel merito l’associazione mafiosa nell’ambito del procedimento “Rinascita-Scott”.

Già lo scorso otto gennaio la Corte d’Appello di Catanzaro aveva accolto la richiesta di ricusazione avanzata dall’antimafia poiché Macrì, nelle vesti di gip, aveva fatto valutazioni «nell’ambito del medesimo procedimento inerente l’esistenza e l’operatività delle singole articolazioni di ‘ndrangheta nonché i collegamenti esistenti tra le stesse e le posizioni apicali rivestite da Mancuso Luigi, Razionale Saverio, Bonavota Domenico, Accorinti Giuseppe Antonio».

Circostanza fondata, tra l’altro, sulle «dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia, da ultimo Moscato Raffaele e Mantella Andrea» e sul «complesso delle emergenze investigative acquisite fino a quel momento storico…».

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