(AGI) – Milano, 12 apr. – Denise Garofalo, protetta da un paravento, ha
riconosciuto i monili trovati in un terreno di Monza che appartenevano a
Lea Garofalo, nel processo d’appello per l’omicidio di quest’ultima. Il
ritrovamento di un braccialetto e di una collana, oltre che di un
coltellino, era stato possibile nei mesi scorsi grazie alle rivelazioni del
pentito Carmine Venturino, il quale aveva fornito agli inquirenti una
ricostruzione del crimine diversa da quella emersa nel primo grado del
processo. Infatti, Venturino aveva detto al magistrato Marcello Tatangelo
che Lea Garofalo non era stata sciolta nell’acido dopo essere stata uccisa,
ma bruciata in un terreno a San Fruttuoso, in Brianza. (AGI) Mi2/Roc
(Segue) 121304 APR 13 (AGI) – Milano, 12 apr. – Oggi, la figlia della
collaboratrice di giustizia che si è costituita parte civile contro uno
degli imputati, il padre Carlo Cosco, ex compagno di Lea, ha confermato che
i reperti trovati nel terreno appartenevano effettivamente alla madre e che
le indicazioni di Venturino erano quindi corrette. Denise ha voluto anche
fornire una precisazione su una festa di compleanno che il padre le
organizzò poche ore dopo la scomparsa della madre, il 24 novembre 2010.
«Mia madre scomparve il 24 novembre – ha affermato Denise – dopo qualche
ora avrei compiuto 18 anni e mio padre aveva avuto la brillante idea di
farmi una festa, ma io gli avevo detto che non avevo niente da festeggiare.
Nonostante ciò, lui aveva invitato i miei amici e la festa si era svolta
senza che io ci fossi. Io non sono andata perchè era scomparsa mia madre».
Poi, Denise ha aggiunto, ironica: «un amico di mio padre mi disse che lui
c’era rimasto male perchè non ero andata e io pensai: ‘ah, c’è pure rimasto
male…’». Nell’udienza di oggi è terminato anche il contro esame di
Carmine Venturino, mentre nella prossima, fissata per il 16 aprile, verrà
sentito Carlo Cosco (AGI) – Milano, 12 apr. – Denise Garofalo, protetta da
un paravento, ha riconosciuto i monili trovati in un terreno di Monza che
appartenevano a Lea Garofalo, nel processo d’appello per l’omicidio di
quest’ultima. Il ritrovamento di un braccialetto e di una collana, oltre
che di un coltellino, era stato possibile nei mesi scorsi grazie alle
rivelazioni del pentito Carmine Venturino, il quale aveva fornito agli
inquirenti una ricostruzione del crimine diversa da quella emersa nel primo
grado del processo. Infatti, Venturino aveva detto al magistrato Marcello
Tatangelo che Lea Garofalo non era stata sciolta nell’acido dopo essere
stata uccisa, ma bruciata in un terreno a San Fruttuoso, in Brianza. (AGI)
Mi2/Roc (Segue) 121304 APR 13 (AGI) – Milano, 12 apr. – Oggi, la figlia
della collaboratrice di giustizia che si è costituita parte civile contro
uno degli imputati, il padre Carlo Cosco, ex compagno di Lea, ha confermato
che i reperti trovati nel terreno appartenevano effettivamente alla madre e
che le indicazioni di Venturino erano quindi corrette. Denise ha voluto
anche fornire una precisazione su una festa di compleanno che il padre le
organizzò poche ore dopo la scomparsa della madre, il 24 novembre 2010.
«Mia madre scomparve il 24 novembre – ha affermato Denise – dopo qualche
ora avrei compiuto 18 anni e mio padre aveva avuto la brillante idea di
farmi una festa, ma io gli avevo detto che non avevo niente da festeggiare.
Nonostante ciò, lui aveva invitato i miei amici e la festa si era svolta
senza che io ci fossi. Io non sono andata perchè era scomparsa mia madre».
Poi, Denise ha aggiunto, ironica: «un amico di mio padre mi disse che lui
c’era rimasto male perchè non ero andata e io pensai: ‘ah, c’è pure rimasto
male…’». Nell’udienza di oggi è terminato anche il contro esame di
Carmine Venturino, mentre nella prossima, fissata per il 16 aprile, verrà
sentito Carlo Cosco ARLO COSCO MILANO, 12 APR – E’ previsto per il
prossimo 16 aprile l’interrogatorio di Carlo Cosco, condannato in primo
grado all’ergastolo per l’omicidio dell’ex compagna Lea Garofalo. I giudici
della prima corte d’assise d’appello di Milano hanno infatti accolto la
richiesta di esame avanzata dalla difesa dell’imputato che nelle scorse
udienze, con dichiarazioni spontanee, aveva detto in aula «Mi assumo la
respnsabilità dell’omicidio di Lea Garofalo». Nel corso dell’udienza di
oggi si è concluso il controesame di Carmine Venturino (anche lui
condannato in primo grado all’ergastolo) che nei mesi scorsi, dopo la
sentenza di primo grado, aveva messo a verbale nuovi dettagli sulla
modalità dell’omicidio della testimone di giustizia. (ANSA).
MILANO – Denise, protetta da un paravento, ha riconosciuto i monili trovati in un terreno di Monza che appartenevano a sua madre Lea Garofalo. Non è ancora la conferma definita, che arriverà dal test del dna, ma è un ulteriore significativo passo avanti, dopo che il pentito Carmine Venturino, ex fidanzato di Denise, ha fatto ritrovare i resti che potrebbero appartenere alla donna, uccisa dall’ex compagno e padre della ragazza.
Oggi, la figlia della collaboratrice di giustizia che si è costituita parte civile contro il padre Carlo Cosco, ex compagno di Lea, ha confermato che i reperti trovati nel terreno appartenevano effettivamente alla madre e che le indicazioni di Venturino erano quindi corrette. Denise ha voluto anche fornire una precisazione su una festa di compleanno che il padre le organizzò pochi giorni dopo la scomparsa della madre, il 4 dicembre 2010, a Petilia. «Mia madre scomparve il 24 novembre – ha affermato Denise – dopo qualche ora avrei compiuto 18 anni e mio padre aveva avuto la brillante idea di farmi una festa, ma io gli avevo detto che non avevo niente da festeggiare. Nonostante ciò, lui aveva invitato i miei amici e la festa si era svolta senza che io ci fossi. Io non sono andata perchè era scomparsa mia madre».
Poi, Denise ha aggiunto, ironica: «un amico di mio padre mi disse che lui c’era rimasto male perchè non ero andata e io pensai: ah, c’è pure rimasto male…».
Nell’udienza di oggi è terminato anche il contro esame di Carmine Venturino, mentre nella prossima, fissata per il 16 aprile, verrà sentito Carlo Cosco. I giudici della prima corte d’assise d’appello di Milano hanno infatti accolto la richiesta di esame avanzata dalla difesa dell’imputato che nelle scorse udienze, con dichiarazioni spontanee, aveva detto in aula: «Mi assumo la respnsabilità dell’omicidio di Lea Garofalo». Nel corso dell’udienza di oggi si è concluso il controesame di Carmine Venturino (anche lui condannato in primo grado all’ergastolo).