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REGGIO CALABRIA – Per l’omicidio di Gianluca Congiusta è stata confermata la condanna all’ergastolo inflitta a Tommaso Costa. La Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria, presidente Bruno Finocchiaro e Gabriella Cappello a latere, dopo oltre 7 ore di camera di consiglio, ha confermato la pena dell’ergastolo inflitta in primo grado a Costa. La Corte ha assolto Costa dai reati di tentata danneggiamento aggravato. Pena rideterminata in 15 anni, dai 25 inflitti in primo grado, per Giuseppe Curciarello, assolto dalla Corte dai reati di tentata estorsione e in materia di armi.
La Corte d’Assise d’Appello, presidente Bruno Finocchiaro e Gabriella Cappello a latere, si è ritirata in tarda mattinata in camera di consiglio. I difensori di Costa e Curciarello, rispettivamente gli avvocati Maria Candida Tripodi e Leone Fonte, hanno chiesto invece l’assoluzione per i loro assistiti. Durante l’udienza sia Costa che Curciarello hanno chiesto e ottenuto di fare spontanee dichiarazioni. Entrambi si sono detti innocenti dei reati che gli vengono contestati.
Gianluca Congiusta fu assassinato a Siderno in un agguato di ‘ndrangheta il 24 maggio del 2005. A distanza di cinque anni dal delitto, nel dicembre del 2010, fu condannato alla pena dell’ergastolo il boss Tommaso Costa, accusato di essere stato il mandante e l’esecutore dell’omicidio. Congiusta fu ucciso, secondo la ricostruzione giudiziaria, perchè tentò di sventare una estorsione ai danni del suocero, Antonio Scarfò. «Gianluca Congiusta – era scritto nelle motivazioni della sentenza di primo grado – sapeva tutto quello che succedeva alla famiglia Scarfò, la sua intermediazione nell’atto estorsivo perpetrato da Tommaso Costa e Giuseppe Curciarello lo ha portato alla morte».
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