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CATANZARO – La Regione Calabria è stata ammessa come parte civile nel processo a carico di Michelangelo Tripodi, ex assessore all’Urbanistica della Regione Calabria, accusato di abuso d’ufficio nell’ambito di un’inchiesta relativa alla nomina di un dirigente generale avvenuta all’epoca della Giunta di centrosinistra di cui Tripodi faceva parte.
Lo ha deciso il tribunale collegiale di Catanzaro (presidente Pezzo, a latere Fatale e Clausi), che ha inoltre ammesso i mezzi di prova richiesti dalle parti, tra le quali una lista testi presentata dal pubblico ministero, Gerardo Dominijanni. Il processo è stato infine rinviato al 4 novembre prossimo.
Michelangelo Tripodi, difeso dall’avvocato Nunzio Raimondi, è stato rinviato a giudizio lo scorso 2 luglio dal giudice Gabriella Reijllo, che ha accolto la richiesta del sostituto procuratore di Catanzaro, Gerardo Dominijanni. Era stato il dirigente regionale Carmelo Barbaro a denunciare gli esponenti dell’ex giunta calabrese di violazione delle norme che regolano le nomine dei dirigenti nelle pubbliche amministrazioni, per aver nominato, su chiamata diretta, Rosaria Amantea dirigente generale della Regione Calabria, dopo che la stessa non aveva superato l’esame di dirigente e dopo che, per sei mesi, lo avrebbero privato degli incarichi dirigenziali, arrecandogli così un danno ingiusto e, contestualmente, procurando alla Amantea un ingiusto vantaggio patrimoniale. Una vicenda che si sarebbe consumata tra aprile e ottobre del 2008 e per la quale solo l’assessore Tripodi è stato disposto il processo.
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