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Il castello di Lagopesole è famoso per aver imprigionato Elena Ducas, la moglie di Manfredi di Svevia, figlio del grande Federico II. Elena ebbe vita breve, morì senza compiere neppure 30 anni, perchè in seguito alla morte del marito venne imprigionata da Carlo d’Angiò .
Avvolta nella totale tristezza e nel dolore si lasciò morire d’inedia. La beffa per questa povera donna è che questa rocca è la stessa in cui ebbe vita felice con la sua famiglia, perchè qui passò i più bei momenti della sua esistenza. Leggenda narra che lo spirito della povera Elena, chiamata anche “Elena degli angeli”, non abbia mai abbandonato questo luogo, perchè in eterna attesa del ritorno dell’amato marito e dei suoi figli.
Si dice che al tramonto si possa a volte intravvedere il fantasma della bellissima Elena vestita di bianco, nascosta dietro le tende di una della finestre e con in mano una lanterna, a guardare l’orizzonte lontano. Si dice che lo stesso Manfredi avvolto da un manto verde cavalchi uno splendido cavallo bianco la campagna circostante alla ricerca a sua volta dell’amata. Ma nessuno dei due riesce a scorgere l’altro e si perdono in un’eterna ricerca, destinati anche nell’aldilà a non incontrarsi mai.
C’è poi un particolare su cui aleggia una leggenda: sul torrione del castello vi è un ingresso posto a 4 metri di altezza che sembra una gigantesca finestra. Vi sono ai lati due mensole con teste umane: a destra vi è il volto di Beatrice, la seconda moglie di Federico Barbarossa, mentre a sinistra viene rappresentato lo stesso imperatore, provvisto di corona, lunghi capelli e orecchie d’asino. Simbolicamente queste orecchie esagerate dovrebbero rappresentare il potere del sovrano di ascoltare tutto e tutti, ma vi è una leggenda che narra che Federico Barbarossa venne colpito in vecchiaia da una malattia congenita che gli deformò le orecchie.
Per questo motivo era solito portare sempre capelli lunghi. Vita dura per i barbieri dell’epoca. Una volta scoperto il segreto, l’ossessione dell’Imperatore che venisse raccontato era forte a tal punto da aver escogitato una trappola nella quale faceva incappare tutti i barbieri nonostante avessero giurato terrorizzati di mantenere il silenzio. Venivano infatti indirizzati in un lungo corridoio al termine del quale cadevano inevitabilmente in un trabocchetto.
Ma un giorno un giovane barbiere riuscì a fuggire. Federico colpito dall’evento gli donò salva la vita a condizione però che non avesse raccontato nulla al di fuori delle mura del castello. Ma la tentazione era talmente forte che un giorno raggiunse un luogo isolato, scavò una buca profonda e vi gridò con tutto il fiato che aveva in gola: «Federico Barbarossa tène l’orecchie all’asinàaaaa…!».
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