Il carcere di Vibo Valentia
1 minuto per la letturaVIBO VALENTIA – Un telefono cellulare, occultato da un detenuto nelle parti intime, è stato trovato dalla Polizia penitenziaria della Casa Circondariale di Vibo Valentia. Lo rende noto Francesca Bernardi, segretario territoriale della Uipa Polizia penitenziaria.
«È il secondo rinvenimento in pochi giorni – commenta – ma l’ennesimo di una lunga serie e che dimostra come le donne e gli uomini del Reparto vibonese, agli ordini del comandante Salvatore Conti, operino con costante attenzione e meticolosità, nonostante le difficoltà connesse all’emergenza pandemica e quelle ataviche derivanti dall’insufficienza di organici, mezzi ed equipaggiamenti».
Il cellulare era nella disponibilità di un detenuto al momento dell’ingresso nell’istituto vibonese proveniente da altro carcere.
«Interrompere le comunicazioni fraudolente per rallentare i contatti con sodali esterni utili al perseguimento di trame delinquenziali – afferma Francesca Bernardi -costituisce uno dei principali obiettivi della restrizione in carcere, il cui effetto viene in gran parte vanificato dal possesso da parte dei detenuti di mezzi di comunicazione fraudolenta. Questo, ancor di più in un territorio dove pesante è la cappa della criminalità organizzata la quale, come sembra emergere anche dal processo “Rinascita-Scott” che si sta celebrando in questi giorni, si era spinta sino a tentare di imporsi persino all’interno della Casa Circondariale. Anche per questo, ancora una volta, – conclude Bernardi – rivolgiamo il nostro plauso e il nostro vivo ringraziamento alle donne e agli uomini del Reparto del Corpo di polizia penitenziaria della Casa Circondariale di Vibo Valentia».
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