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VIBO VALENTIA – «Va beh, va… Tagliamola qua…». E si strinsero la mano. Nelle indagini esperite dalla Sezione anticrimine del Ros di Catanzaro sono state acquisite delle intercettazioni ritenute utili ai fini investigativi per ricostruire la rete di relazioni del boss di Limbadi Pantaleone Mancuso detto “Luni Vetrinetta”. La stretta di mano vi sarebbe stata tra il capomafia tratto in arresto nell’ambito della maxioperazione “Black money – Overseas – Purgatorio” e l’ex patron della Roma, deceduto nel 2008, Francesco Sensi. Nell’intercettazione in questione, Mancuso, dialogando con un sodale non raggiunto da alcuna misura dell’autorità giudiziaria, faceva riferimento ad un episodio risalente al passato e relativo a dei lavori che dovevano essere effettuati in un porto non meglio specificato. In quell’occasione, il boss avrebbe accompagnato due imprenditori dei quali sarebbe stato socio occulto e che erano entrati in affari con il petroliere capitolino. Allora – si legge nella sintesi operata dal Ros, riportata nell’informativa agli atti del procedimento avviato dalla Dda di Catanzaro – Mancuso rammentava che Sensi, anziché discutere con gli imprenditori «con i quali aveva già firmato un contratto, discusse con il Mancuso stesso dei lavori da fare presso un porto, raggiungendo un accordo che siglarono con una stretta di mano.» Mancuso diceva di «aver concluso la trattativa in modo risolutivo quando disse letteralmente a Sensi “Va beh! Va… Tagliamola qua!” chiudendo l’accordo per un importo che al momento non ricordava».
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