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Una dose di vaccino

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POTENZA – Se la Basilicata conta un centesimo della popolazione italiana, e a livello nazionale l’obiettivo è raggiungere il mezzo milione di vaccinazioni al giorno, allora la Regione dovrà attrezzarsi per farne 5mila. Quindi serviranno «almeno 50 punti vaccinali distribuiti su tutto il territorio regionale, oltre ad almeno 4 grandi hub per garantire la massima capacità vaccinale».

E’ quanto evidenziato, ieri, dal segretario regionale della Cgil, Angelo Summa, commentando il piano vaccinale annunciato dal generale potentino Francesco Figliuolo, neo-commissario straordinario del governo per la gestione dell’emergenza sanitaria. Mentre a Potenza sono partite le seconde somministrazioni per gli anziani con più di 85 anni (oggi sono attesi quelli con il cognome tra la C e la D di “De Ste. B.”).

Il segretario regionale della Cgil ha preso spunto dalle ultime vicende lucane, con le rilevazioni sull’indice di contagiosità (Rt) in regione riviste nella notte tra venerdì e sabato scorso, dopo un lungo braccio di ferro tra via Verrastro e l’Istituto superiore di sanità. Braccio di ferro che si è concluso con l’abbassamento del livello di rischio assegnato alla Basilicata e l’allentamento delle restrizioni della zona rossa, in vigore dal 1 marzo.
«Serve trasparenza dei dati e una comunicazione chiara in un momento delicato come quello attuale». Ha dichiarato ieri Summa, alla vigilia del passaggio della regione alla zona arancione, che si è consumato nella notte appena trascorsa.

Un passaggio propiziato proprio dalla “rettifica dei dati completata da parte della Regione” per il ricalcolo dell’indice Rt, che è sceso dall’iniziale 1,53 a un 1,06 finale. Più basso di quello calcolato a livello nazionale, fissato a 1,16.
“Non è possibile che a oggi il nuovo Rt della Basilicata non sia scritto nero su bianco da nessuna parte – denuncia Summa -, documenti ufficiali riportano ancora un Rt all’1,53. Che fine ha fatto la piattaforma? Possibile che i dati vengano passati da una istituzione a un’altra ancora su veline scritte a mano? Tutto ciò è inaccettabile”.

Ancora più duri i toni del segretario Cgil sull’assenza di «un piano vaccinale regionale aggiornato a quello nazionale.
«Non è più pensabile – ha concluso Summa – affidarsi alle poche squadre unità speciali di continuità assistenziale covid a disposizione, bisogna utilizzare gli accordi nazionali già fatti per reperire il massimo numero di vaccinatori possibile».

Intanto, a riprova di un possibile problema di credibilità istituzionale, ieri è arrivata la notizia dell’inserimento della Basilicata assieme a Lazio e Veneto, appena diventate zona rossa, nella lista delle regioni italiane considerate con rischio elevato di contagio e da cui vige l’obbligo di quarantena per chi entra nel Paese.
l.a.

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