Salvatore Caiata
2 minuti per la letturaPOTENZA – Non ci sarebbe nessuna richiesta di arresti per il deputato e coordinatore regionale di Fratelli d’Italia Basilicata, Salvatore Caiata, nell’ambito dell’inchiesta della procura di Siena “Hidden Partner”, per cui stamane sono scattate 5 misure cautelari, fra coercitive e interdittive, nei confronti di altrettanti soggetti (quattro italiani e un romeno) e il contestuale sequestro preventivo, anche per equivalente, di disponibilità liquide, beni mobili ed immobili per un valore di circa 14 milioni di euro.
La notizia della richiesta di arresti era comparsa in tarda mattinata sul Corriere fiorentino, ma in seguito è stata smentita dalla stessa testata. In una nota diffusa dalla Guardia di Finanza si spiega che agli indagati (12 in tutto) vengono contestati a vario titolo i reati di autoriciclaggio, reati tributari, societari e di corruzione e contro il patrimonio. Caiata, in particolare, sarebbe indagato a piede libero per reati tributari.
L’operazione – spiegano ancora le Fiamme gialle – ha avuto origine dal monitoraggio degli investimenti provenienti dall’estero, soprattutto nel settore della ristorazione, dei bar e nel settore immobiliare, ma non solo, in special modo a Siena ma anche in Firenze, Roma e Milano, ad opera di un imprenditore kazako, Igor Bidilo, il quale da anni aveva individuato, anche nella provincia di Siena, il luogo ideale per investire parte dei cospicui flussi di denaro generati dalla filiera del petrolio proveniente dalla Russia.
I preliminari accertamenti, infatti, hanno fatto emergere l’interesse dell’imprenditore all’acquisizione, fra le altre, di numerose società attive nel settore della ristorazione con esercizi commerciali presenti nelle più note piazze del centro storico di Siena e da ultimo di Firenze, il noto caffè e ristorante “Le giubbe rosse”, e Milano. Nel dettaglio sono state attenzionate dagli investigatori due prime linee di finanziamento anomale (per oltre 11 milioni di euro) veicolate attraverso conti correnti stranieri verso una holding nazionale all’epoca dei fatti con sede a Siena.
Le risultanze così ottenute hanno consentito di poter avviare mirate attività investigative, le quali sono state indirizzate alla ricerca dell’origine dei rilevanti fondi investiti, tramite la società holding senese, sul territorio provinciale di Siena, Firenze e Milano.
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