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MILANO – Il pm della Dda di Milano Giuseppe D’Amico ha chiesto il giudizio immediato per l’ex assessore regionale lombardo Domenico Zambetti e per altre 17 persone, tutte arrestate, nell’ambito dell’inchiesta su presunti infiltrazione della ‘ndrangheta anche nel mondo della politica. L’ex assessore Zambetti è accusato di voto si scambio.
La richiesta di giudizio immediato è stata inoltrata nei giorni scorsi al gip Alessandro Santangelo, lo stesso giudice che lo scorso ottobre aveva disposto gli arresti. Tra gli imputati per cui è stata fatta istanza di immediato ci sono tra gli altri Ambrogio Crespi, il fratello dell’ex sondaggista di Silvio Berlusconi e i presunti boss e affiliati alla ‘ndrangheta Eugenio Costantino, Alessandro Gugliotta e Vincenzo Evolo. Per Zambetti le accuse a vario titolo sono concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione e voto di scambio. Secondo le indagini coordinate dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini e dal pm D’Amico, l’ex assessore alla Casa del Pirellone avrebbe ottenuto circa 4 mila voti dalla ‘ndrangheta in cambio di 200 mila euro in contanti e di assunzioni e promesse di appalti.
L’inchiesta aveva accertato tra le altre cose, che la figlia del presunto boss Costantino era stata assunta all’Aler. Zambetti, invece, negli interrogatori si era difeso sostenendo di non aver mai comprato i voti delle cosche, ma anzi di aver subito minacce e di essere stato costretto a pagare e a fare promesse e favori. Secondo l’accusa, ad agire per conto dei vertici della ‘ndrangheta in Lombardia sarebbe stati Costanti e l’altro presunto boss Giuseppe D’Agostino. Nell’inchiesta è emersa anche l’ombra delle cosche sul voto di Sara Giudice, (non indagata) la giovane figlia dell’ex consigliere comunale Vincenzo Giudice, che creò la campagna ‘anti – Nicole Minettì. La procura ha stralciato la posizione dei 18 per cui è stato chiesto il rito immediato, mentre per gli altri indagati si procederà con rito ordinario.
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