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Un vaccino

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MATERA – «Non bisogna preoccuparsi perchè i vaccini sono sicuri e le modalità di controllo molto accurate». A spiegarlo al “Quotidiano” dopo il ritiro del lotto di Astrazeneca che era già stato iniettato a 876 lavoratori dell’Asm tra personale scolastico e di forze dell’ordine e vigili del fuoco è il segretario provinciale di Matera della Simg (la società italiana di medicina generale) Erasmo Bitetti.

Dottor Bitetti queste 876 persone devono avere paura dopo il ritiro di questo vaccino?
«Non credo assolutamente che debbano preoccuparsi anche perchè le reazioni avverse se ci sono avvengono nell’ambito delle 48 ore successive alla vaccinazione. Gli episodi se ci sono si riducono al giorno della vaccinazione e a quello successivo ma i controlli sono molto accurati. E c’è l’obbligo per i medici di procedere a fare una segnalazione di eventi avversi dopo la somministrazione. Segnalazioni che vengono ricevute dalla sezione di farmacovigilanza e poi girate a livello nazionale».

Ci dobbiamo preoccupare per quello che ascoltiamo e le diverse tipologie di utilizzo dei diversi vaccini con alcuni che hanno limitazioni specifiche?

«Non possiamo scegliere quale vaccino fare ma tutti sono stati approvati e sono stati utilizzati. Astrazeneca ha avuto 10 milioni di utilizzazioni nel Regno Unito e 5 milioni nell’Unione Europea e le segnalazioni sono poco più di 30mila. Va detto che una segnalazione si riferisce ad una febbre o anche ad un dolore nel sito dove è stata fatta l’iniezione».

Ma se non ci sono problemi e pericoli per quale motivo un intero lotto è stato sospeso. Parliamo di poco meno di mezzo milione di dosi solo in Italia?
«Il lotto si sospende perchè tra le cause di eventi avversi vi può essere un’impurità all’interno delle fiale che richiede una verifica e dunque un intervento».

Ma c’è il rischio di eventi tromboembolici nell’assunzione di questo tipo di vaccinazioni?
«Su un totale di 6,5 milioni di dosi che sono state iniettati all’incirca in Italia, ci sono stati 3 decessi, uno senza una correlazione e 2 sotto verifica. Ma non è detto che vi sia una qualche correlazione. E sui milioni di dosi del vaccino Astrazeneca la percentuale di rischio per eventi tromboembolici è dello 0,007% su mille pazienti. Cioè una percentuale paragonabile ad esempio al rischio che si corre nell’assunzione della pillola contraccettiva tra le donne».

Ci sono vaccini più affidabili ed altri meno?
«I vaccini che sono stati approvati sono tutti affidabili. Vi può essere una differenza nel funzionamento che può in qualche modo favorire nelle 48 ore alcuni eventi. Ad esempio con Astrazeneca si introduce per produrre una proteina spike un adenovirus cioè un virus del raffreddore che non può riprodursi ma può creare qualche limitato evento, mentre l’istruzione per produrre tale proteina e quindi favorire gli anticorpi negli altri virus ha un diverso funzionamento».

Da medico di famiglia ha ricevuto telefonate in queste ore a Matera e di che tenore?
«Alcuni pazienti avevano ricevuto il virus e volevano chiedere spiegazioni ma in qualche caso avevano fatto da diversi giorni la vaccinazione. In altri casi erano stupiti del fatto di non conoscere il numero del lotto di fiale che era stato utilizzato per la somministrazione».

Adesso che reazione dobbiamo aspettarci. C’è il rischio che non ci si voglia più vaccinare?
«Una qualche preoccupazione indubbiamente c’è ma non c’è una motivazione. Preoccupa il fatto che mentre l’adesione alle vaccinazioni tra gli anziani ad esempio è molto alta e raggiunge quasi l’80%, invece le maggiori resistenze e preoccupazioni arrivano proprio da quelle fasce di età più giovani e più istruite».

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