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IL trentesimo anno accademico dell’Unibas oltre ad essere un’occasione di riflessione su come accrescere il suo ruolo di formazione dei professionisti di domani per lo sviluppo della regione deve essere soprattutto l’occasione per dare risposte al fenomeno, non solo lucano ma soprattutto meridionale, dell’azzeramento di un’intera generazione intellettuale. Il Consiglio Regionale non ha nulla da rimproverarsi in quanto ad impegno, attenzione a sostegno dell’offerta culturale e formativo di Unibas, come testimonia la recente assegnazione di 10 milioni di euro di provenienza royalties del petrolio per 12 anni. Anche sul fronte delle infrastrutture, pur con i tempi lunghi tipici della nostra amministrazione regionale, non abbiamo tralasciato nulla per offrire servizi adeguati agli studenti (Casa dello studente), ai docenti e strumenti didattici e di ricerca. Per questo sarebbe un errore imperdonabile celebrare l’anniversario come una ricorrenza, magari accontentandoci che in 30 anni è cambiata e sicuramente migliorata quella che viene definita la “percezione dei lucani” per l’università, e non interrogarsi, invece, su cosa è ancora necessario fare, specie da parte del Senato Accademico e di chi gestisce l’attività universitaria, per attrarre sempre più nuovi iscritti anche da altre regioni e per almeno tentare di non perdere i giovani talenti. Sicuramente c’è anche un problema di indirizzare meglio l’impegno della Regione e soprattutto le risorse cospicue messe a disposizione. Vorrei ricordare il caso della Summer School di Maratea che certamente risponde ad una logica ma al di là dei principi filosofici e dei richiami alla pace e alla cooperazione dei popoli nel bacino euro mediterraneo non è affatto inutile una riflessione sugli strumenti e le opportunità che offriamo ai giovani laureati lucani di mettere a frutto il proprio talento a casa oltre che in Europa, nel Mediterraneo e nel mondo, magari sacrificando qualche teoria filosofica e approfondendo qualche teoria di economia internazionale per aiutare i giovani a districarsi nell’era della globalizzazione. L’attesa è per qualche possibilità, che ancora esiste, di rimodulazione dell’ultima annualità del Fse e del Fesr 2007-2013, spostando risorse da programmi e progetti che si sono dimostrati inefficaci, e le speranze sicuramente più consistenti sono nella nuova programmazione Fse e Fesr per il sessennio successivo.
* Consigliere regionale Pdl
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