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REGGIO CALABRIA – E’ durata oltre cinque ore la testimonianza dell’ex consigliere regionale Demetrio Naccari Carlizzi nell’udienza dinanzi al Tribunale di Reggio Calabria, nel processo che vede imputato, tra gli altri, il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, accusato di abuso d’ufficio e falso ideologico nella qualità di ex sindaco di Reggio Calabria.
Il pm Sara Ombra ha chiesto al teste di chiarire le denunce contro Scopelliti e i revisori dei conti dell’Amministrazione comunale che lo stesso Naccari aveva fatto alla Procura insieme all’ex consigliere comunale del Pd Seby Romeo. Naccari ha definito i bilanci comunali degli anni 2000 come «una truffa ai danni dello Stato che hanno permesso di fare avere al Comune ingenti trasferimenti statali. La manipolazione dei numeri è un dato di fatto». Inoltre ha detto come nel tempo «siano stati sottovalutati i provvedimenti della Corte dei Conti da parte degli amministratori di maggioranza i quali non provvedevano puntualmente a trasmettere quegli atti alla conoscenza del Consiglio comunale. Peraltro revisori e dirigenti comunali erano quasi sempre assenti, seppure invitati, alle riunioni della Commissione per il bilancio e del Consiglio comunale». Dopo l’esame del pm, Naccari Carlizzi ha risposto alle domande dei difensori di Scopelliti, gli avvocati Nico D’Ascola e Aldo Labate. D’Ascola ha chiesto al teste di esporre i canali attraverso cui aveva ricevuto le informazioni sulla gestione finanziaria del Comune, la cui responsabilità a quel tempo ricadeva sulla dirigente, poi suicidatasi, Orsola Fallara. Naccari Carlizzi, oltre a citare le richieste all’assessorato alle finanze ai sensi della legge sull’accesso agli atti, ha fatto riferimento a due funzionari del Comune che avrebbero fornito la documentazione. Naccari Carlizzi ha quindi ammesso che il Comune di Reggio, durante il periodo della sua guida temporanea dopo la morte del sindaco Falcomatà, nel 2002, aveva un bilancio gravato da 234 milioni di residui passivi.
Labate ha insistito nel chiedere al teste «di dare un volto alle persone che lo avrebbero messo al corrente delle situazioni interne all’Amministrazione per ascoltare eventuali ulteriori testimonianze». Naccari ha risposto che molte delle questioni da lui sollevate derivavano soprattutto dalle azioni della stampa. Il presidente del Tribunale Olga Tarzia è più volte intervenuta chiedendo al teste di «separare i fatti di rilevanza penale utili al processo dal contesto politico». Naccari Carlizzi ha risposto: «noi abbiamo sempre parlato di numeri e non abbiamo mai derubricato le motivazioni politiche della nostra azione a scontro personale». La prossima udienza si terrà il 13 febbraio.
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