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MILANO – Il pm della Dda di Milano, Cecilia Vassena, ha chiesto 16 ergastoli per altrettanti imputati nel processo con al centro tre omicidi che sarebbero avvenuti nell’ambito di faide della ‘ndrangheta in Lombardia, come l’uccisione del “capo dei capi”, Carmelo Novella, nel 2008. Le indagini hanno avuto un input fondamentale dalla collaborazione di due pentiti, tra cui Michael Panaija, per il quale l’accusa ha chiesto 16 anni. Parte civile il Comune di Seregno (Milano) che ha chiesto 4,8 milioni di euro di danni.
Il primo a parlare con gli inquirenti della Dda milanese, guidata da Ilda Boccassini, è stato Antonino Belnome, che venne arrestato nel luglio 2010 nell’ambito della maxi-inchiesta “Infinito” contro le infiltrazioni della mafia calabrese in Lombardia. Belnome è stato già condannato per l’omicidio Novella a 11 anni e 6 mesi nel giugno del 2011, mentre nell’aprile dello stesso anno gli investigatori del Ros e della Dia, proprio sulla base delle sue dichiarazioni, avevano eseguito una raffica di arresti per altre uccisioni avvenute tra il 2008 e il 2010.
Alla collaborazione di Belnome si è aggiunta poi, nei primi mesi dello scorso anno, quella di Michael Panaija che è stato a capo di una delle cosche della ‘ndrangheta radicate attorno al capoluogo lombardo, quella di “Giussano-Seregno”, e che ha poi riempito centinaia di pagine di verbali. Per Panaija, imputato nel processo davanti ai giudici della prima sezione della Corte d’Assise di Milano (presidente Anna Introini), il pm Vassena ha chiesto 16 anni di carcere con l’attenuante della collaborazione. Per gli altri imputati, tra cui Vincenzo Gallace, Luigi Tarantino e Cristian Silvagna, accusati anche di associazione mafiosa oltre che di omicidio, l’accusa ha chiesto 16 ergastoli e anche l’isolamento diurno per uno o due anni.
Gli omicidi – contestati a vario titolo agli imputati – secondo l’accusa, sarebbero da ricondurre a contrasti interni tra le cosche Gallace e Novella. Carmelo Novella venne ucciso il 14 luglio del 2008, freddato a colpi di pistola all’interno di un bar a San Vittore Olona (Milano), perchè voleva rendere autonoma la ‘ndrangheta lombarda dalla “casa madre” calabrese. Rocco Stagno, invece, secondo quanto ricostruito nelle indagini, venne ammazzato il 29 marzo 2009 a Bernate Ticino (Milano) dentro una cava, mentre Antonio Tedesco, detto “l’americano”, venne ucciso il 27 aprile 2009 a Bregnano (Como). Il Comune di Seregno, parte civile contro i presunti affiliati alla ‘ndrangheta, ha chiesto 300 mila euro di danni a carico di ciascun imputato.
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