Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con il Presidente della Corte dei Conti Guido Carlino
3 minuti per la lettura«IL QUADRO economico generale è pesantemente condizionato dall’evento pandemico, che continua ad assumere connotazioni gravi e che non appare ancora di rapida risoluzione», ma una ripresa «può esservi solo in presenza di trasparenza, legalità finanziaria e controlli che garantiscano la realizzazione dei programmi finanziati» attraverso il Recovery plan.
A lanciare prima l’allarme e poi il monito è stato il presidente della Corte dei Conti, Guido Carlino, durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2021 della magistratura contabile. L’unico modo per riportare l’Italia ai livelli pre-crisi, «pur nella critica situazione economica, finanziaria e sociale», è cogliere «le opportunità offerte dal nuovo quadro finanziario pluriennale dell’Ue 2021-2027».
Quella di ieri è stata anche l’occasione per la prima uscita pubblica per il Mario Draghi in veste di presidente del Consiglio, dopo la fiducia ottenuta dal suo governo in Parlamento; presente alla cerimonia anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Carlino, durante la lettura della relazione, ha ricordato e fatto sue proprio le parole del Capo di Stato: «In questo momento occorre responsabilità collettiva, perché tutti, indistintamente, siamo chiamati a dare il nostro apporto per arginare le conseguenze della pandemia e per consentire la ripresa economica».
Non sono mancate le “picconate” da parte del presidente della Corte dei Conti: «È necessario – ha ad esempio sottolineato – un rinnovato impegno nella semplificazione della normativa, nello snellimento delle procedure, nella prevenzione e nel contrasto dei conflitti di interesse nella gestione pubblica. La presenza di una normativa complessa, l’inadeguata preparazione di taluni pubblici dipendenti e, in alcuni casi, la noncuranza nel perseguimento del bene comune – avverte Carlino – producono remore o inerzie nell’azione amministrativa».
Carlino ha bacchettato il legislatore anche sul fronte delle procedure amministrative: «L’azione di contrasto ai fenomeni di dispersione delle risorse pubbliche – ha detto – si confronta con un sistema normativo costituito da disposizioni stratificate nel tempo e con la complessità delle procedure amministrative, che spesso determinano aggravi per il cittadino e deficit di trasparenza. Tali criticità, come l’esperienza della Corte dei conti insegna, agevolano la realizzazione di fenomeni distrattivi delle risorse pubbliche o di inefficace impiego delle stesse».
Pertanto «è necessario un rinnovato impegno nella semplificazione della normativa, nello snellimento delle procedure, nella prevenzione e nel contrasto dei conflitti di interesse nella gestione pubblica», ha sottolineato Carlino. E poi l’avvertimento sul pericolo che il Covid possa arricchire qualcuno: «Vi è il rischio che molti, per motivi criminosi, possano trarre vantaggio dalla pandemia». Ma La Corte dei conti svolgerà «con autonomia e indipendenza, le proprie funzioni di referto, controllo e giurisdizione» nelle diverse fasi di sviluppo del programma di Recovery plan.
Il procuratore generale della Corte dei Conti, Angelo Canale, invece, nel suo intervento ha auspicato «che il nostro Paese, che nei decenni trascorsi ha conosciuto tante emergenze dipendenti da tragici eventi naturali, rafforzi non solo la propria capacità di gestione coordinata delle emergenze, ma anche la capacità di gestione del “dopo emergenza”, di quelle fasi, cioè, nelle quali, esauritasi o comunque ridottasi la criticità sanitaria, venga il tempo di affrontare le conseguenze economiche e sociali».
Anche Canale è tornato sul decreto Semplificazioni e sui rischi connessi ad alcune norme: «Per accelerare l’azione amministrativa – com’è necessario di questi tempi, soprattutto in vista del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – e alleggerire il peso delle responsabilità gravanti su amministratori e funzionari pubblici si è voluto attenuare il regime della responsabilità erariale, nel presupposto che sia, in misura apprezzabile, la cosiddetta paura della firma a determinare l’inerzia o i gravi ritardi nella realizzazione di opere, piani, progetti. È vero: ritardi, omissioni e inefficienze sono indubitabili; è invece dubitabile che tutto si risolva attenuando la responsabilità della dirigenza pubblica».
La Corte ha espresso “preoccupazione” perché la responsabilità erariale «è un presidio di legalità». Secondo Canale «nel momento in cui si prospetta l’impiego di ingenti flussi finanziari» europei, «andrebbero semmai rafforzati e non indeboliti» i controlli della Corte e la responsabilità erariale. «La deresponsabilizzazione non è mai un rimedio», ha aggiunto.
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