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Alcuni alberi a rischio crollo lungo il fiume

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POTENZA – Nelle intenzioni del Comune dovrebbe rappresentare il polmone verde della città. E che sia una delle aree più frequentate da runner o dagli amanti della camminata è fuori di ogni dubbio. Ancora ieri mattina, complice il sole, ma comunque con una temperatura vicino allo zero, il Parco Fluviale era molto frequentato. Peccato per il “nuovo” scenario che si è venuto a creare soprattutto nelle ultime settimane. Alberi divelti e molti pericolanti, micro frane e un letto del fiume che piano piano erode le sue sponde.

A pochi giorni dalla denuncia del consigliere comunale Michele Napoli, la situazione, se vogliamo, è peggiorata e tranne per un’area interdetta per una frana a pochi metri dal camminamento, tracce di interventi non se ne vedono. E non potrebbe essere altrimenti visto il maltempo degli ultimi giorni. Ma ciò che fa impressione sono diversi alberi, alti più di 10 metri che stanno letteralmente collassando. A più riprese, soprattutto attraverso i social, molti cittadini hanno segnalato la situazione di pericolo per l’intero tratto che va dal Ponte Musmeci fino al ponte romano.

E’ chiaro che bisogna far presto. C’è stata sicuramente una lettera dello stesso Napoli inviata alla Regione Basilicata che chiedeva interventi urgenti. Ed è qui un altro problema. Il tratto del fiume non è di competenza del Comune, bensì dell’ufficio del ciclo dell’acqua della regione Basilicata, mentre la parte più esterna è del consorzio di bonifica. Già in passato gli operai hanno fatto diversi interventi nei pressi dell’alveo fluviale, ma nulla di risolutivo. E non potrebbe essere altrimenti. Il problema, infatti oltre ad essere di “competenza” è anche ambientale. Interventi strutturali per il suo carattere “naturale” non possono essere pensati, almeno che non si decida per una colata di cemento. In poche parole, di questi problemi ce ne saranno ogni anno.

Nel suo intervento Napoli aveva sottolineato l’urgenza ha parlato del «tratto meandri forme, quello che dal Ponte Musmeci si spinge verso il Ponte Romano, che urge di una pulizia in alveo con la rimozione di materiale litoide accumulato a cau- sa della vegetazione presente che provoca di fatto un effetto diga, trattenendo i materiali trasportati dalle piene e raccogliendo contestualmente materiali non desiderati».

Occorre «pertanto redigere un progetto di ripristino di officiosità idraulica con sistemazione e pulizia alveo, tenendo in considerazione il fatto che il Basento, in assenza di briglie a valle e di soglie a monte in alveo, nel suo procedere sinuoso erode in maniera consistente le sponde»

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