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«A Melfi nel ’93 è nata la Punto, oggi nasce punto e a capo, cioè una svolta, una ripartenza nel rapporti tra la Fiat e l’Italia». Lo ha detto il premier Mario Monti nel suo discorso alal Sata di Melfi. Il presidente del consiglio ha parlato dopo gli interventi dell’ad Fiat, Sergio Marchionne, e del presidente del Lingotto, John Elkann.
«Si dice che l’alleanza con Chrysler ha tolto qualcosa all’Italia. Qui dimostriamo il contrario. Senza questa alleanza l’investimento di Melfi non sarebbe stato possibile». John Elkann nell’intervento nella fabbrica lucana ha poi spiegato che «l’alleanza di Fiat e Chrysler – ha proseguito Elkann – ci ha reso più forti, ci ha dato accesso a mercati dove prima non eravamo presenti e ha liberato potenzialità che prima non potevamo sfruttare. E lo ha fatto per sempre. Le due nuove vetture che annunciamo oggi dimostrano che non esiste più una Fiat e una Chrysler: esiste un unico gruppo, vitale e coeso, che possiede grandi capacità e che intende crescere ovunque nel mondo». Quanto al futuro politico dell’Italia: «Il governo si appresta a chiudere una pagina politica. Auspichiamo che la rinnovata stabilità non venga meno. Se oggi i nostri piani di sviluppo e i nostri programmi per il futuro sono credibili – ha proseguito Elkann – lo dobbiamo anche alla stabilità che l’Italia intera ha saputo riguadagnare, in Europa e non solo. Vorrei quindi riconoscere al professor Monti e al suo governo il merito di aver ricollegato l’Italia con il mondo, garantendo la stabilità e la crediblità del nostro paese agli occhi dei partner internazionali: un passo fondamentale per tutti coloro che, come noi, fanno investimenti e programmano il proprio sviluppo a lungo termine. Ora che il governo si appresta a chiudere questa pagina della nostra storia politica recente noi auspichiamo che la ritrovatà stabilita non venga meno».
«Il nostro è un piano coraggioso, non per deboli di cuore. L’evento di oggi, qui a Melfi, è il primo passo concreto. È stata una decisione non facile e non scontata in un mercato in caduta libera», ha poi detto Sergio Marchionne. «Possiamo e dobbiamo fare degli stabilimenti italiani una base di produzione dedicata ai veicoli destinati ai mercati di tutto il mondo. Per questo abbiamo programmato di portare in produzione negli impianti italiani 17 nuovi modelli e 7 aggiornamenti di prodotto da qui al 2016. Questo ci permetterà di ottenere, già nei prossimi 24 mesi, un significativo aumento delle attività produttive, fino ad arrivare nel giro di 3-4 anni, ad un pieno impiego di tutti i nostri lavoratori. Ci permetterà, inoltre, di risolvere il nostro problema della sovraccapacità produttiva e di raggiungere finalmente il pareggio in Italia e in Europa». Marchionne ha sottolineato che «si tratta di un impegno enorme. Ci sentiamo di prenderlo prima di tutto per onorare la responsabilità sociale – ha spiegato – che è collegata al nostro modo di intendere il business. Lo facciamo anche in relazione al contesto economico attuale e agli sforzi che sono stati avviati negli ultimi 12 mesi, affinchè l’Italia possa tornare ad essere competitiva e sanare quei deficit che oggi tengono lontani gli investitori esteri e costringono tante azienda ad andarsene. Non ci siamo amai tirati indietro in passato e non intendiamo farlo ora, che è in corso un processo di risanamento del Paese».
«Siamo solo all’inizio delle riforme strutturali», ha ribadito Mario Monti. «Penso che sarebbe irresponsabile dissipare i tanti sacrifici che gli italiani si sono assunti. Sacrifici che potrebbero essere prontamente spazzati via facendo ripiombare il paese in uno stato nirvanico. Mi auguro che partano presto gli investimenti per gli altri stabilimenti del Gruppo Fiat in Italia. Ho ben impresso nella mia mente le parole di Marchionne che ha definito questo il primo investimento di una lunga serie». Quanto all’azione di governo, «tredici mesi fa l’Italia aveva febbre alta e non bastava un’aspirina» ma una «medicina amara non facile da digerire ma assolutamente necessaria per estirpare la malattia». E adesso? «L’azione del governo è solo all’inizio anche se quella di questo governo è terminata». Così il premier Mario Monti in visita allo stabilimento Fiat di Melfi, alludendo alla necessità di continuare il processo di riforme avviato».
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