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CATANZARO – Confermato in Cassazione il provvedimento del tribunale della libertà di Catanzaro che, il 26 settembre scorso ha scarcerato il brigadiere dei carabinieri Vincenzo Alcaro, raggiunto da un provvedimento di custodia cautelare in carcere il 10 maggio scorso, nell’ambito dell’operazione denominata “Show down 2”, condotta contro presunti affiliati alla cosca Sia-Procopio-Tripodi attiva nell’area ionica del Soveratese. Il Giudice supremo ha respinto il ricorso presentato dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro contro la scarcerazione, accogliendo piuttosto la tesi dei difensori di Alcaro, gli avvocati Francesco Gambardella e Sergio Calidari.
Al militare, in servizio al reparto operativo del Comando provinciale di Catanzaro, è contestato il concorso esterno in associazione mafiosa perchè, secondo le ipotesi degli inquirenti, avrebbe fornito ai componenti dell’associazione mafiosa informazioni sulle operazioni di servizio che venivano svolte dai suoi colleghi nei confronti della stessa cosca Sia-Procopio-Tripodi. Dopo la notifica del provvedimento cautelare, emesso dal giudice per le indagini preliminari distrettuale, i difensori di Alcaro avevano presentato ricorso al tribunale del riesame che però, il 31 maggio, aveva confermato il provvedimento di custodia in carcere, dove il militare è rimasto fino alla pronuncia del Tribunale della libertà che la Cassazione ha confermato.

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