Giovanni Conte
2 minuti per la letturaPOTENZA – No alla sospensiva urgente della delibera con cui il Csm lo ha svestito della toga di giudice onorario del Tribunale di Potenza.
E’ questa la risposta arrivata ieri mattina all’istanza sottoposta al Tar del Lazio dal decano dei magistrati onorari potentini, Giovanni Conte, appena rimosso dall’incarico, dopo 18 anni di servizio, per ritardi nel deposito di qualche centinaio di sentenze. Perlopiù in ambito civilistico.
Il presidente della prima sezione del tribunale amministrativo della capitale, Antonino Savo Amodio, ha escluso la sussistenza delle «condizioni per disporre l’accoglimento dell’istanza anzidetta nelle more della celebrazione della camera di consiglio». Al contempo, però, ha fissato anche una prima udienza in camera di consiglio in tempi relativamente brevi, il 10 marzo. In quella sede, quindi, Conte e i suoi legali potranno reiterare la loro istanza per sospendere gli effetti della delibera del Consiglio superiore della magistratura. In attesa di un giudizio di merito vero e proprio, sui rilievi di legittimità avanzati nei confronti della stessa, per cui potrebbe volerci ancora qualche mese.
Nel ricorso presentato da Conte viene evidenziata, in particolare, la sproporzione tra la contestazione che gli è stata mossa e la sanzione inflitta.
Nei confronti dei giudici onorari, infatti, non verrebbe effettuata una graduazione delle sanzioni disciplinari in base al livello di colpa. Cosa che invece avviene per i magistrati ordinari, che spesso se la cavano con una censura o qualche giorno di sospensione. Il Parlamento, però, avrebbe già dato indicazioni per un’evoluzione in tal senso con una legge delega al governo.
Contattato dal Quotidiano, il quasi ex giudice onorario potentino, che è anche segretario comunale in diversi centri lucani come Calvello, Corleto, Filiano, Laurenzana, Rapolla e Viggiano, si è detto comunque fiducioso nell’esito nel giudizio al Tar. Quanto ai ritardi nel deposito delle sentenze che gli vengono contestati ha parlato di una circostanza legata al suo passaggio dal civile al penale, e alla priorità riconosciuta alla gestione di una serie di fascicoli a rischio prescrizione.
Nonostante la revoca sia ancora alla firma del ministro della Giustizia, Conte è stato già sospeso in via cautelare dall’incarico di giudice onorario dal presidente facente funzioni del Tribunale di Potenza.
Per questo nei giorni scorsi sono state rinviate di ufficio tutte le udienze dei procedimenti a lui assegnati. Ed è probabile che vengano rinviate anche quelle programmate per le prossime settimane, in attesa dell’esito della camera di consiglio al Tar del Lazio e di una nuova assegnazione dei fascicoli a un diverso magistrato.
A proporre la revoca di Conte, il 27 gennaio del 2020, era stata la sezione autonoma per i magistrati onorari del Consiglio giudiziario presso la Corte di Appello di Potenza. Proposta poi trasmessa all’organo di autogoverno della magistratura che ha deliberato il 20 gennaio.
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