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AVELLINO- Chi controlla i custodi? E’ da sempre una massima latina di Giovenale che, spesso, viene utilizzata proprio per sollevare le perplessità sul lavoro degli organi di controllo. Ed è la stessa domanda, che si era posto evidentemente l’ex amministratore della Sidigas Gianandrea De Cesare, quando attraverso i suoi legali, lo studio Furgiuele, nell’agosto scorso ha presentato un esposto, un dossieri di centinaia di pagine in cui si evidenziavano presunte gravi anomalie nella gestione post sequestro della società di distribuzione del gas che aveva guidato fino all’anno precedente, quando c’era stata sia un’istanza di fallimento che successivamente un maxisequestro ai danni della stessa e dalle vicende giudiziarie la società era passata nelle mani di Procura e Tribunale.

La denuncia sulla gestione della società è stata presentata alla Procura di Napoli dai legali dell’ex patron di Scandone e Avellino. Ma stando agli sviluppi delle ultime ore, gli atti sono stati trasferiti alla Procura di Roma. E nel fascicolo aperto a Piazzale Clodio ci sono sicuramente due iscrizioni. L’indagine coordinata dal sostituto procuratore Luigia Spinelli vede infatti indagati il custode giudiziario, nominato dalla procura di Avellino, Francesco Baldassarre e l’amministratore della società Dario Scalella.


Sulla base evidentemente dei fatti esposti, sono stati ipotizzati e contestati provvisoriamente a Baldassarre l’ipotesi di concussione , peculato e abuso d’ufficio in concorso; peculato e abuso d’ufficio in concorso i reati ipotizzati per Dario Scalella. Ipotesi di reato su cui ovviamente si dovranno attendere le conclusioni del magistrato della Procura di Roma. La circostanza è emersa dalla documentazione che è stata allegata agli atti del procedimento parallelo che si celebra davanti ai magistrati del Tribunale delle Imprese di Napoli proprio dagli stessi Scalella e Baldassarre che avevano richiesto, attraverso il loro comune avvocato Francesca Paola Rinaldi, una verifica delle eventuali iscrizioni a loro carico da parte della Procura di Roma, quando appunto arrivò la notizia della citazione a giudizio al Tribunale delle Imprese: i reati societari contestati presupponevano anche una possibile denuncia penale, e così è stato.

Quali saranno gli sviluppi della vicenda giudiziaria non è ancora chiaro. Non è escluso che il magistrato possa ascoltare anche lo stesso Gianandrea De Cesare, in quanto querelante. Ma se sul fronte penale il procedimento è ancora ai primi passi, su quello societario tra poche ore partirà la discussione davanti al Tribunale delle Imprese di Napoli. Domani si aprirà il procedimento nei confronti dell’operato di Dario Scalella, amministratore delegato della Sidigas, e di Francesco Baldassarre, custode giudiziario della società nominato dalla procura a seguito del sequestro dei 97 milioni di euro; gravi irregolarità di gestione l’accusa che pende nei loro confronti e che ricade anche sull’intero CdA. Quelli che non mancano nella vicenda Sidigas sono sicuramente i colpi di scena.

A partire proprio dal profilo giudiziario, solo qualche giorno fa, infatti, i magistrati della Cassazione avevano depositato le motivazioni relative all’annullamento dell’ l’ordinanza del 24 giugno 2020 il Tribunale di Avellino, quale Giudice del riesame delle misure cautelari reali, ha dichiarato l’inammissibilità dell’appello proposto da Giannandrea De Cesare nei confronti del provvedimento del 4 giugno 2020, pronunciato dal Giudice per le indagini preliminari, col quale era stata rigettata l’istanza di revoca parziale del disposto sequestro preventivo a suo carico, infine disposto in relazione alla complessiva somma di euro 97.615.847,70. Il motivo del rigetto era legato al fatto che il Tribunale e il Gip avevano osservato «che alcun elemento nuovo era stato prospettato nel gravame, rispetto alle valutazioni già condotte dal Giudice per le indagini preliminari e quindi dal Tribunale rispettivamente in data 17 luglio e 4 ottobre 2019».

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