AL là di quello che dice la Regione che con lo scudo della moratoria ha tentato l’autotutela rispetto agli interessi delle compagnie petrolifere, il Governo va avanti come un treno in fatto di estrazioni. Le recenti proteste degli amministratori locali non hanno sortito alcun effetto. Il ministero dell’Ambiente, infischiandosene delle volontà espresse dai singoli territori, ha autorizzato l’attività di indagine geofisica nel mar Jonio di Shell Italia spa. Le due istanze di permesso della compagnia anglo – olandese riguardano le tre regioni Puglia, Calabria e Basilicata. Ma sono soprattutto i comuni dell’alto Cosentino e del Materano (in particolare Scanzano, Policoro, Bernalda e Pisticci) a essere interessati dal progetto.
Non si tratta ancora né di attività di perforazione, nè di ricerca vera e propria. Il progetto autorizzato per una durata di sei settimane è relativo all’indagine geofisica per lo studio delle caratteristiche fisiche delle rocce e dei terreni al fine di acquisire informazioni sulle caratteristiche del sottosuolo marino. Ma l’ok del ministero dell’Ambiente potrebbe essere preludio a quelle estrazioni che gli amministratori locali proprio non vogliono. E sembra che Roma non abbia alcuna intenzione di ascoltare neppure i pareri delle Regioni interessate. «Maggior ruolo dello Stato centrale nelle decisioni che attengono le infrastrutture a valenza nazionale»: ieri in un’intervista al quotidiano “linkinchiesta” il ministro Passara è tornato a ribadire il concetto, lasciando intravedere un ruolo molto ridimensionato degli enti locali nelle scelte che attengono alle perforazioni. «Abbiamo proposto una riforma dell’articolo V – ha dichiarato il ministro che in Senato ha annunciato il nuovo documento di strategia energetica nazionale per la fine dell’anno – non è possibile che operazioni fondamentali per il Paese siano bloccate dal singolo Comune». E le dichiarazioni di Passera non lasciano alcun dubbio neppure sul ruolo del greggio all’interno della nuova strategia energetica: «Sarebbe stato non ragionevole non sottolineare che ci sono riserve di gas e di petrolio che possiamo valorizzare facendo investimenti, dando occupazione e con bassisimi rischi ambientali». Nel frattempo, nel mar Jonio, avranno presto avvio le attività della Shell, previste per l’autunno-inverno. La compagnia precisa che saranno utilizzati «metodi non invasivi». I rilevamenti verranno effettuati tramite una nave, la “survey ship”. «Navi e strumentazione mobile – precisa ancora la compagnia – saranno presenti nell’area esclusivamente durante l’indagine geofisica». Ma le garanzie della Shell convincono pochi. Annunciano opposizioni e osservazioni le associazioni Ola e No Scorie Trisaia. L’invito è agli amministratori: un’ampia mobilitazione che coinvolga anche le altre regioni Joniche interessate. Sempre che il loro parere valga ancora qualcosa.