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REGGIO CALABRIA – Era il 25 marzo del 2009 ed i carabinieri del Gruppo Locri entravano per la prima volta in contatto con la “corona”. Gli uomini del colonnello Giuseppe De Liso ancora non potevano sapere a cosa li avrebbe portati quella scoperta, ma capirono subito che la pista poteva essere buona. Nelle loro mani era finito un quaderno a quadretti, ma dentro non c’erano i compiti di uno studente o la contabilità di uno spacciatore. In quelle pagine c’erano scritte le regole auree della ‘ndrangheta, le “leggi” alle quali ogni picciotto doveva attenersi lungo il suo cammino criminale per non incorrere in errori ed essere sottoposto al giudizio del “tribunale della ‘ndrangheta”.
Il “codice del picciotto” era custodito da Antonio Napoli, uno degli indagati dell’operazione “Saggezza”, e i militari dell’Arma lo hanno ritrovato e sequestrato durante una perquisizione effettuata a casa del giovane nell’ambito di un’indagine su di un furto perpetrato ai danni di una donna di Ardore.
Il frontespizio del piccolo quaderno era già un programma. A penna, con grafia incerta, qualcuno vi aveva scritto: “Lampu scompu e scifulata i mola, se la favella non mi compundi cuntrastu cu non mi rispundi – Sentinella d’umiltà Ardore ‘ndrina minore Pirocchia ‘ndrina”.
Fra errori grammaticali e sviste ortografiche, il rituale manoscritto nel “codice del picciotto” trovato ad Ardore si conclude con un “bacio alla corona”: «un’entità – scrivono gli investigatori dell’Arma dei carabinieri nella loro informativa di reato – a cui gli ‘ndranghetisti del locale di Ardore erano tenuti a portare rispetto». La bontà del codice custodito dal giovane ardorese sta proprio nelle sue ultime righe, in quel passaggio che ha portato i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria a scoprire questa nuova struttura intermedia della ‘ndrangheta reggina, la “sacra corona” che teneva insieme le cinque locali di Antonimina, Ardore, Gerace, Ciminà e Canolo. Una “corona” con cinque punti che, da anni, era portata da Vincenzo Melia: l’anziano padrino originario di Platì.
Nel quaderno sequestrato a casa di Antonio Napoli c’è tutto il codice comportamentale di un buon picciotto – che rappresenta la prima “dote” di ogni buon ‘ndranghetista – che vuole entrare in “società”. Nel bagaglio di coloro che vogliono provare la scalata verso le vette della mala calabrese, ad esempio, non devono mancare: la fedeltà alle regole sociali, la politica “per parlare con i compagni” e la falsa politica per preservare l’onore della cosca “dagli sbirri e dagli indegni”.
STRALCI DAL NUOVO CODICE DELLA ‘NDRANGHETA
D. Che cosa rappresenta la società?
R. La società rappresenta un altare maggiore con 24 candele + l25 che accendono tutte uguali
D. Comu si passa a puliciata? (ndr: come si disarma la comitiva)
R. Mi formu e mi trasformu comu sbirru d’umiltà e sequestru l’armaturi a st’onorata società a nomi di tri vecchi cavaleri di spagna ossu mastrossu e carcagnossu consegnati sferri specchi e armentali stu fàzzolettu iancu e na valigia d’umiltà e servi pi raccogliere le armi di questa onorata società (ndr: mi formo e mi trasformo come poliziotto d’umiltà e sequestro le armature a questa onorata società a nome di tre vecchi cavalieri di Spagna Osso Mastrosso e Carcagnosso consegnate coltelli rasoi e questo fazzoletto bianco e una valigia di umiltà e senza per raccogliere le armi di questa onorata società)
D. Cu cu staiu parrandu? (ndr: con chi sto parlando)
R. Con una statua di marmo
D. Come bene sapete o … inc … potete insegnare la statua di marmo non ha ne orecchie per sentire ne occhi per guardare ne bocca per parlare quindi vi impongo per la l° e 2° volta con chi sto parlando
R. Con una statua di marmo
D. Come bene sapete la statua non ha bocca per parlare quindi vi impongo per la l° e 2° e 3° volta su i vostri antenati cavalieri di spagna fatemi grazia e contro grazia con chi ho l’onore di parlare
R. E io a chi ho l’onore di rispondere
D. Chi rappresentati da testa e pedi
R. I miei piedi sono una fibbia la mia pancia è una tomba il mio petto una balata onore di fronte e bocca sigillata
D. In quante parti si divide la società
R. La società si divide in 3 parti società minore società maggiore e tribunale d’umiltà
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