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SCRIVE al presidente della Repubblica, il ministro dell’Interno. E riferisce di «come la compagine amministrativa, eletta all’esito delle consultazioni del maggio 2011, si sia posta in una linea di continuità rispetto all’amministrazione che ha precedentemente governato la città». Il provvedimento di scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose riguarda quindi la giunta Arena, ma trova radici anche nell’operato di Scopelliti.
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Non usa mezzi termini Anna Maria Cancellieri nella comunicazione, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, con la quale rende partecipe il Capo dello Stato del provvedimento contro l’amministrazione reggina. E nelle conclusioni delle sei pagine di testo si legge tra l’altro: «L’avvicendamento tra le amministrazioni che hanno assicurato il governo di Reggio Calabria non ha impresso un’inversione di tendenza nella conduzione del comune, che anzi si contraddistingue per una concreta continuità d’azione; in tal senso, è particolarmente significativo che su nove assessori ben quattro erano componenti delle precedenti giunte; inoltre due degli attuali consiglieri facevano parte della compagine che ha amministrato l’ente dal 2007».
Una «continuità nel rapporto di contiguità con la ‘ndrangheta» che chiama in causo a ritroso la fase guidata da Scopelliti se è vero che «le vicende analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto» (SCARICA IL PDF CON IL TESTO DELLA RELAZIONE) hanno «rivelato una serie di condizionamenti nell’amministrazione comunale di Reggio Calabria che, disattendendo ogni principio di buon andamento, imparzialità e trasparenza, hanno compromesso il regolare funzionamento dei servizi con grave pregiudizio degli interessi della collettivita».
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