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GIOIA TAURO – C’era un poliziotto che faceva da corriere e c’era un calabrese domiciliato a Roma che era il punto di riferimento nella Capitale. L’organizzazione sgominata dalla polizia, con l’operazione “Rosalba” aveva impiantato una rete che partiva dalla piana di Gioia Tauro per gestire lo spaccio di stupefacenti nella città capitolina. “Rosalba” era anche il nome fittizio che una delle persone arrestate – Rocco De Paola di Rosarno – usava negli sms in codice con i quali dava il via libera agli scambi di stupefacenti: «Mio marito non c’è – scriveva – potete venire».

Sei in tutto le ordinanze di custodia cautelare eseguite a Gioia Tauro, Roma e Taurianova ed emesse dal gip di Palmi, su richiesta della locale Procura della Repubblica. Le persone sono accusate, in concorso tra di loro, di spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina e detenzione e vendita di armi clandestine. Tra i membri dell’organizzazione era cruciale il ruolo del poliziotto già in servizio al commissariato di Gioia Tauro: si tratta di Gabriele Palermiti, 47 anni, finito in manette già a dicembre quando, durante un controllo sulla strada da Gioia Tauro e Taurianova, nella Fiat Stilo station wagon che guidava sono stati trovati un carico di cocaina e una pistola con la matricola abrasa.   In quell’occasione, insieme a lui fu arrestato il cognato, un cinquantenne residente a Taurianova, che era proprietario dell’auto e si trovava a bordo.

Le altre persone finite in manette questa notte, oltre a Rocco De Paola, sono invece Martino Calabrò di Taurianova, i due romani Roberto Veracini e Massimiliano Pittalis detto “il cinese”. Arresti anche per il calabrese che faceva da riferimento nella Capitale: si tratta di Alessandro Perfidio, originario di Taurianova ma residente a Nicotera e domiciliato a Roma.

 

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