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Leonardo Sciascia

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Buio in sala, schermo acceso. In una sorta di retrospettiva virtuale scorrono i titoli dei film legati a Leonardo Sciascia. Legame a doppio binario: da un lato il grande schermo ha tratto ispirazione da alcuni romanzi o racconti dello scrittore di Racalmuto, dall’altra la passione di Sciascia per il cinema coltivata sin da ragazzo. Una storia questa che somiglia a certe novelle antiche raccontate nelle sere d’inverno ai bambini prima del bacio della buonanotte.

“Tra le grandi innovazioni che nel 1929 travolsero la piccola Racalmuto, il cinema colpì Leonardo Sciascia più di tutte, segnando l’inizio di una grande passione che, accesa dalle prime proiezioni racalmutesi, trovò poi espressione più compiuta nel periodo di formazione a Caltanissetta […] tanto più che lo scrittore nel piccolo cinema di Racalmuto godeva di un posto d’eccezione: suo zio era infatti l’addetto alla gestione dello stabile e Leonardo Sciascia, ancora bambino, otteneva così di sedere sempre nel “palco del podestà”, postazione che abbandonava solo per sgattaiolare nell’attigua sala di proiezione, dove si divertiva a esaminare le pellicole e a ritagliarne i fotogrammi per collezionarli”.

A ricostruire l’incontro tra il cinema e lo scrittore ancora ragazzino figura, ad esempio, Gina Bellomo sul magazine online Il Chiasmo, Treccani. Ma, traccia viva e palpitante si trova anche in “Fatti diversi di storia letteraria e civile” la raccolta di ventitré saggi che Sciascia, pubblica nel 1989 con Sellerio poco prima di morire. Uno si intitola “C’era una volta il cinema”. Non un caso, dunque, la commozione con cui – si racconta – lo scrittore siciliano assistette a Milano ad una proiezione di “Nuovo Cinema Paradiso” di Giuseppe Tornatore.

Pellicole, cinema, celluloide e film. Registi come Elio Petri, Damiano Damiani, Gianni Amelio, Francesco Rosi sono stati ispirati dalle pagine scritte da Sciascia. Nel cartellone figurano: “A ciascuno il suo” di Petri, “Un caso di coscienza” di Grimaldi, “Il consiglio d’Egitto” di Greco, “Il giorno della civetta” di Damiani, “Porte aperte” di Amelio, “Una storia semplice” di Greco, “Todo modo” di Petri con le musiche di Morricone. E ancora “Cadaveri eccellenti” di Rosi. Difficile raccontarli tutti. Si può provare a riproporne tre, immaginando di essere in un cinematografo. Magari in Sicilia!

“A ciascuno il suo” del 1967 è il primo dei film tratti dalle opere di Sciascia firmato dal regista Elio Petri. Sceneggiatura a quattro mani con Ugo Pirro. Le musiche sono dell’argentino Luis Bacalov. Il cast è da palmarès, a cominciare da Gian Maria Volonté (Paolo Laurana) e Irene Papas (Luisa Roscio). In un paese siciliano vengono uccisi due uomini: il farmacista Manno e il dottor Roscio. Le indagini seguono la pista del delitto d’onore. Paolo Laurana, un professore di liceo, giunge invece ad altre conclusioni.

“Soltanto un professorino, Paolo Laurana, un po’ astratto, un po’ nevrotico, un po’ curioso, vuole vederci chiaro, andare sino in fondo. Crede di essere un crociato, un pioniere della verità, ma al primo incontro con la vedova Roscio, è già dentro nella trappola[…] ”, scriverà Alberto Pesce,  Cineproposte, La Scala, 1978.  Tante le curiosità e le discussioni intorno alla pellicola. Qualche anno fa fece parlare anche un inedito carteggio tra Sciascia e Petri.

Lo scambio epistolare conservato nell’Archivio della Bibliomediateca del Museo Nazionale del Cinema di Torino, è pubblicato – riferì l’Adnkronos il 4 febbraio del 2016 – a cura di Gabriele Rigola dell’Università di Torino sulla rivista internazionale di studi sciasciani “Todomodo” (Olschki editore). “Ho fiducia che farai un buon film, ma sarà in ogni caso, un film che non avrà niente a che fare col racconto.  […] ”, scriveva Sciascia l’8 settembre 1966 a Petri che stava per iniziare  le riprese del film.

“Il giorno della civetta”, non può mancare nella nostra retrospettiva il film del 1968 diretto da Damiano Damiani. Sicilia, 1961, l’ufficiale dei carabinieri Bellodi, parmense ed ex partigiano, in servizio in un piccolo paese, si trova ad indagare sull’omicidio di Salvatore Colasberna… La pellicola girata a Partinico e a Palermo contava tra l’altro su un cast di prim’ordine: Franco Nero, Claudia Cardinale, Lee J. Cobb, Serge Reggiani e Nehemiah Persoff.

“Si era deciso di filmare Il giorno della civetta e partii per Palermo per conoscere Leonardo Sciascia. Non avevo idea di come potesse essere, non era allora un uomo fotografato. Poteva essere alto e sicuro, oppure grassoccio e ciarliero. Venne avanti invece un uomo minuto, gentile, silenzioso, profondamente civile. Che cosa rimpiango oggi? Di non aver mandato a buon fine il desiderio che subito mi fece nascere di conoscerlo più a fondo, come persona, trascinato via subito dal trambusto cinematografico. Lo rividi altre volte, ma avrebbero dovuto essere di più […] ” commenterà Damiani ricordando quell’incontro.

E c’è ancora Volonté nel cast di “Porte aperte”  di  Gianni Amelio  del  1990 con Ennio Fantastichini e  Renato Carpentieri. Nella  Palermo  degli  anni Trenta, Volonté interpreta il ruolo  del giudice Vito Di Francesco.

Visi, storie, parole, personaggi, colonne sonore … È un attimo: le luci in sala si accendono, lo schermo si spegne. Non il ricordo dello scrittore di Racalmuto.


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