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Immaginate un uomo forzuto, bloccato da catene che lo avvolgono, mentre vorrebbe correre verso la libertà. Vorrebbe ma non può. L’immagine che vi consegno, cari lettori, corrisponde a quella sensazione che milioni di italiani responsabili provano in queste ore. Vorrebbero andare dai cari, ma non è consentito. Intanto buon Natale, una festa dimezzata da regole salvavita contro un mostro insidioso, vile, senza volto.
Solidarietà a quanti in questo orribile anno hanno perduto i loro affetti e malinconicamente e con nostalgia guardano i posti lasciati vuoti intorno al tavolo. Per i familiari dei medici, degli infermieri e del personale sanitario che hanno donato la propria vita per salvarne altre. Per quanti nostri emigrati non torneranno alle proprie radici per trascorrere il “Natale con i tuoi”.
Il male pandemico ha fatto esplodere infinite contraddizioni facendo passare il mondo da uno stato di precario benessere a una povertà che ormai non conosce limiti. Ha evidenziato le difficoltà di una classe dirigente che anche in momenti così particolari non riesce a trovare unità di intenti per affrontare la gravissima emergenza. Indecisione, incompetenza, conflitti istituzionali hanno avuto il sopravvento sulla fermezza delle decisioni.
Ma è Natale e pur senza affidarmi alla retorica dell’occasione, formulo a tutti voi, ai vostri cari, i sinceri auguri di un giorno vissuto con buona salute, con tanta serenità consegnando i vostri desideri alla speranza. Rispettiamo le regole e sono certo che con il vaccino antiCovid in arrivo il tempo che abbiamo davanti sarà decisamente diverso, nuovo e migliore.
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