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REGGIO CALABRIA – Era sfuggito alla cattura lo scorso 25 luglio, quando i carabinieri della Compagnia di Palmi avevano fatto irruzione nella sua abitazione di Delianuova. Angelo Macrì, ricercato per l’omicidio di Rocco Frisina, contro il quale, nel primo pomeriggio di un giorno del gennaio del 2008 nel pieno centro di Delianuova aveva esploso 7 colpi calibro 32 che ne avevano causato il decesso dopo due giorni di agonia in ospedale, è stato arrestato in Friuli dai carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria e del Ros, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia reggina. All’operazione hanno partecipato i Carabinieri delle province di Bergamo e Udine.
L’attività investigativa avviata dai Carabinieri di Reggio Calabria ha consentito di accertare la presenza di Macrì nel nord Italia, dove vivono alcuni parenti del ricercato. L’uomo era riuscito a prendere un volo che lo aveva condotto all’aeroporto di Bergamo – Orio al Serio, da dove sono iniziate le ricerche con una serrata caccia all’uomo. In particolare, monitorando costantemente con difficili e prolungati servizi di osservazione e pedinamenti gli spostamenti di alcune persone ritenute vicine al latitante, gli investigatori sono arrivati in un piccolo comune a pochi chilometri di distanza da Bergamo, dove aveva trovato rifugio il latitante che, sentendosi braccato dai Carabinieri, era riuscito nuovamente a far perdere le proprie tracce, partendo nottetempo per la riviera adriatica del Friuli-Venezia-Giulia. I carabinieri si sono recati quindi a Latisana (Ud), dove il latitante si era rifugiato con ogni probabilità subito dopo la l’omicidio, dandosi alla latitanza volontaria durata oltre un anno, per timore di possibili azioni ritorsive da parte della cosca avversaria.
Alle prime luci dell’alba di ieri (ma la notizia è stata diffusa stamane) il latitante è stato localizzato in una piccola frazione di Latisana a Bevazzana, dove aveva trovato rifugio all’interno di una villetta di un complesso residenziale. Dopo svariate ore di appostamenti, i militari hanno avuto finalmente la conferma della presenza di Macrì nell’abitazione, quando lo hanno visto uscire in terrazza. A quel punto è scattata l’irruzione che ha consentito di bloccare e arrestare l’uomo.
«Peccato, mi stavo rilassando». Sono state le prime parole pronunciate da Macrì ai carabinieri dei comandi provinciali di Reggio Calabria, Bergamo e Udine e del Ros che lo hanno arrestato ieri sera, Macrì arrivato nella villetta a schiera il giorno prima, si era mescolato ai tanti turisti, per lo più tedeschi e francesi, e aveva anche fatto un bagno in piscina per rinfrescarsi. In casa non aveva ancora acqua corrente e quando si sono presentati i tecnici per allacciare l’erogazione idrica, i militari dell’ arma, una ventina, appostati da ore intorno all’abitazione, hanno fatto irruzione. L’operazione è stata rapida e in pochi secondi l’uomo è stato immobilizzato. Il killer era solo in casa e non era armato, non aveva documenti o carte di credito, solo pochi euro in contanti. Nel portafoglio conservava alcuni santini della cosca di appartenenza. Condotto in caserma a Lignano Sabbiadoro, è stato quindi trasferito in carcere a Udine dopo la notifica della custodia cautelare disposta dalla magistratura reggina.
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