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Il ministro Roberto Speranza

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Uno vorrebbe anche scrivere un commento magari critico, ma senza provare nausea o sdegno, quando si tratta della nostra politica sanitaria durante la pandemia. Ma come si fa?  Mentre ieri arrivava la notizia mondiale dell’inizio effettivo della vaccinazione nel Regno Unito con tutte le attrezzature e procedure pronte, il nostro ministro della salute è andato in pellegrinaggio prima in Senato e poi alla Camera per raccomandarsi l’anima sua e del governo di fronte ai rappresentanti degli italiani.

Per dire cosa? I pareri sono incerti e diversi. Parlava di vaccino, ma così come avrebbe potuto parlare del teorema di Pitagora o di dromedari, o del gioco del lotto. La lingua e il tono erano dolenti, enigmatici, enfatici, inutili. La sostanza sarebbe che il governo starebbe per dare il via non si sa come, e tuttavia con intenzioni a chiacchiere fermissime, alla vaccinazione urbi et orbi, compreso il Mezzogiorno o Sud o Meridione, ovvero quella parte dell’Europa in cui nulla funziona come dovrebbe salvo la retorica.

La somministrazione del vaccino Pfizer creato in America da una casa farmaceutica tedesco-statunitense, è un farmaco delicatissimo che deve essere mantenuto con speciali frigoriferi alla temperatura cdi settanta gradi sotto lo zero della scala Celsius, cosa molto complicata perché occorrono macchine per la produzione del freddo costose e particolari. Per carità, tutto si può fare e ci auguriamo che possa farsi.

Ma ci chiediamo: con quale impudenza e imprudenza questo ministro si presenta in Parlamento sostenendo che tutto è stato fatto e che siamo alla vigilia della somministrazione? Ma non è forse, Speranza, ministro dello stesso governo che si è coperto di ridicolo per la vicenda della sanità pubblica calabrese di cui ha nominato come commissario, sia detto con il massimo rispetto, un eccellente poliziotto che non può sapere granché di sanità?  Se c’è una cosa sicura è che tutto il marchingegno cui dovrebbe provvedere il super-commissario Arcuri non funziona, se non nella prosopopea delle chiacchiere infinite e dei toni onestamente inaccettabili per supponenza e mancanza di modestia televisiva, almeno in un Paese democratico moderno. Invece, tutto, compreso Covid e vaccini, è enfatico, impreciso, minaccioso, perentorio e totalmente incompetente.

Speranza una cosa buona l’ha fatta: consapevole della propria mancanza di mezzi di conoscenza dell’amministrazione sanitaria, supplicò di poter avere con sé qualcuno che ci capisse che di fatto facesse il ministro al suo posto come ventriloquo e si avvalse del professor Walter Ricciardi il quale però non può fare scelte politiche, ma dare soltanto appropriati consigli. Forse il professor Ricciardi era indaffarato quando il suo ministro gli è sfuggito di mano per andare a informare il Parlamento delle intenzioni del governo sul vaccino anti-Covid nel modo in cui l’ha fatto ieri. E cioè in modo che nessuno ci capisse assolutamente niente, a cominciare dall’oratore stesso come era evidente dalla sua confusa tristezza.

Alcuni esperti di enigmistica sono già al lavoro per separare le informazioni dalle formule spiritiche. Ma appare irrimediabile il modo in cui Speranza ha trattato la questione del Sud, aulicamente detta Questione Meridionale.

Sapendo come sono andate e stanno ancora andando le cose nelle Regioni del Mezzogiorno, visti i fallimenti amministrativi e la totale inadeguatezza (anche storica) delle strutture e della necessaria cultura di governo, uno si chiede: ma come accidente fa Speranza a far finta di nulla, senza spiegare (il motivo è che non lo sa nemmeno lui) come potranno centinaia di migliaia di dosi di vaccino sotto i 70 gradi essere: a) conservate e trasportate; b) installate nei luoghi destinati alla somministrazione, quali e quanti; c) inglobate da operatori sanitari specialmente addestrati a questa operazione in cui si dovranno maneggiare materiali e procedure di cui neanche i ministro Speranza, che non è inglese, ha la più pallida idea. Uno, naturalmente potrebbe dire semplicemente: non lo so, vedremo, dobbiamo ancora farci un’idea. Invece, nulla.

Dritto come un treno fuori dai suoi bimari, il ministro della salute ha parlato con tono malaticcio di una faccenda enorme per la quale occorrerebbero dei super-competenti di cui non si ha alcuna notizia. Mentre il ministro parlava a Roma, tutti i giornali del mondo davano come prima notizia quella del Regno Unito come primo Stato estero (rispetto agli Stati Uniti) che è pronto a somministrare il vaccino. Non l’Italia e neppure l’Unione Europea, che ha fatto accordi di acquisti e calcoli distributivi, ma che non è ancora passata alla fase operativa, benché Londra dimostri che si poteva, si potrebbe, si sarebbe potuto arrivare alla somministrazione organizzata del vaccino adesso, nei prossimi cinque giorni e arrivare a Natale un po’ più rassicurati.

Come potrà il Sud del nostro Paese sentirsi più al sicuro se ancora non c’è stata prova reale del funzionamento basico dei ricoveri Covid nelle sue sperdute (tutte) provincie? Conosco personalmente degli anziani che in Calabria e in Campania si sono barricati in casa terrorizzati più dall’idea di finire in ospedale che di morire per Covid.

E questo terrore esistenziale e invincibile non può che trasformarsi in una sensazione di beffa quando il ministro competente non trova (e non cerca) nemmeno le parole minime indispensabili per dire in termini concreti in quale modo, quali mezzi, quanti uomini e donne addetti, sarà possibile la vaccinazione nelle regioni che non hanno avuto finora per una ragione o per l’altra, per una colpa politica o amministrativa o per cause storiche, ciò che le regioni del entro e del Nord hanno già con cui far fronte alla disgrazia della pandemia che colpisce tutti, ma con ferocia direttamente proporzionale all’incapacità di chi governa..


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Francesco Ridolfi

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